Vita Chiesa

Papa Francesco, Messa al Verano: «La via della santità è la stessa via della felicità»

«Beati i poveri in spirito… Possiamo domandarci come può essere felice una persona povera di cuore, il cui unico tesoro è il Regno dei cieli. Ma – ha avvertito il Pontefice – la ragione è proprio questa: che avendo il cuore spogliato e libero da tante cose mondane, questa persona è ‘attesa’ nel Regno dei Cieli». E, ancora, come possono essere felici quelli che piangono? Eppure, ha notato il Santo Padre, «chi nella vita non ha mai provato la tristezza, l’angustia, il dolore, non conoscerà mai la forza della consolazione. Felici invece possono essere quanti hanno la capacità di commuoversi, la capacità di sentire nel cuore il dolore che c’è nella loro vita e nella vita degli altri. Questi saranno felici! Perché la tenera mano di Dio Padre li consolerà e li accarezzerà».

«Beati i miti». E, ha sottolineato il Papa, «noi al contrario quante volte siamo impazienti, nervosi, sempre pronti a lamentarci! Verso gli altri abbiamo tante pretese, ma quando toccano noi, reagiamo alzando la voce, come se fossimo i padroni del mondo, mentre in realtà siamo tutti figli di Dio». Francesco ha invitato a pensare «piuttosto a quelle mamme e quei papà che sono tanto pazienti con i figli, che ‘li fanno impazzire’. Questa è la strada del Signore: la strada della mitezza e della pazienza». Anche «Gesù ha percorso questa via» sempre, da piccolo fino alla croce. «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia«… Sì, «coloro che hanno un forte senso della giustizia, e non solo verso gli altri, ma prima di tutto verso se stessi, questi saranno saziati, perché sono pronti ad accogliere la giustizia più grande, quella che solo Dio può dare». E poi «beati i misericordiosi»: «Felici quelli che sanno perdonare, che hanno misericordia per gli altri, che non giudicano tutto e tutti, ma cercano di mettersi nei panni degli altri. Il perdono è la cosa di cui tutti abbiamo bisogno, nessuno escluso». Per questo «all’inizio della Messa ci riconosciamo per quello che siamo, cioè peccatori, tutti. E non è un modo di dire, una formalità: è un atto di verità». E «se sappiamo dare agli altri il perdono che chiediamo per noi, siamo beati».

«Beati gli operatori di pace»… «Guardiamo la faccia di quelli che vanno in giro a seminare zizzania: sono felici? Quelli che cercano sempre le occasioni per imbrogliare, per approfittare degli altri, sono felici? No – ha osservato il Papa -, non possono essere felici. Invece quelli che ogni giorno, con pazienza, cercano di seminare pace, sono artigiani di pace, di riconciliazione, questi sì sono beati, perché sono veri figli del nostro Padre del Cielo, che semina sempre e solo pace, al punto che ha mandato nel mondo il suo Figlio come seme di pace per l’umanità». Questa è «la via della santità, ed è la stessa via della felicità. È la via che ha percorso Gesù, anzi, è Lui stesso questa Via: chi cammina con Lui e passa attraverso di Lui entra nella vita, nella vita eterna». Francesco ha invitato a chiedere «al Signore la grazia di essere persone semplici e umili, la grazia di saper piangere, la grazia di essere miti, la grazia di lavorare per la giustizia e la pace, e soprattutto la grazia di lasciarci perdonare da Dio per diventare strumenti della sua misericordia». Così «hanno fatto i Santi, che ci hanno preceduto nella patria celeste. Essi ci accompagnano nel nostro pellegrinaggio terreno, ci incoraggiano ad andare avanti. La loro intercessione ci aiuti a camminare nella via di Gesù, e ottenga la felicità eterna per i nostri fratelli e sorelle defunti».