Vita Chiesa

Papa Francesco, Messa: la santità è un cammino che chiede coraggio

La santità – precisa il Papa commentando il brano liturgico tratto dalla prima Lettera di Pietro, definito un «piccolo trattato sulla santità» – «è un cammino alla presenza di Dio, che devo fare io: non può farlo un altro nel mio nome. Io posso pregare perché quell’altro sia santo, ma il cammino deve farlo lui, non io». Innanzitutto «il cammino verso la santità vuole coraggio». «Il Regno dei Cieli di Gesù», ripete Francesco, è per «quelli che hanno il coraggio di andare avanti» e il coraggio è mosso dalla «speranza», seconda parola del viaggio che porta alla santità. Il coraggio che spera «in un incontro con Gesù». Poi c’è il terzo elemento, quando Pietro scrive: «Ponete tutta la vostra speranza in quella grazia». «La santità – aggiunge il Papa – non possiamo farla noi da soli. No, è una grazia. Essere buono, essere santo, andare tutti i giorni un po’ un passo avanti nella vita cristiana è una grazia di Dio e dobbiamo chiederla». Infine, la conversione. Pietro, quando invita i suoi interlocutori a non conformarsi «ai desideri di un tempo», li sprona essenzialmente a cambiare dal di dentro il proprio cuore, in un continuo, quotidiano lavorio interiore. Questa, spiega il Papa, è «la conversione, tutti i giorni: ‘Ah, Padre, per convertirmi io devo fare penitenze, darmi delle bastonate…’. ‘No, no, no: conversioni piccole. Ma se tu sei capace di riuscire a non sparlare di un altro, sei sul buon cammino per diventare santo’. È così semplice! Io so che voi mai sparlate degli altri, no? Piccole cose… Ho voglia di fare una critica al vicino, al compagno di lavoro: mordere la lingua un po’. Si gonfierà un po’ la lingua, ma il vostro spirito sarà più santo, in questo cammino. Niente di grande, mortificazioni: no, è semplice. Il cammino della santità è semplice. Non tornare indietro, ma sempre andare avanti, no? E con fortezza».