Vita Chiesa

Papa Francesco: Messa per canonizzazioni, no a una «vita cristiana di routine»

Il pericolo, per Francesco, è «una vita cristiana di routine, dove ci si accontenta della normalità, senza slancio, senza entusiasmo, e con la memoria corta». «Ecco come si prendono le distanze dall’amore – ha spiegato Francesco – non per cattiveria, ma perché si preferisce il proprio: le sicurezze, l’auto-affermazione, le comodità… Allora ci si sdraia sulle poltrone dei guadagni, dei piaceri, di qualche hobby che fa stare un po’ allegri, ma così si invecchia presto e male, perché si invecchia dentro: quando il cuore non si dilata, si chiude. E quando tutto dipende dall’io – da quello che mi va, da quello che mi serve, da quello che voglio – si diventa pure rigidi e cattivi, si reagisce in malo modo per nulla». Di qui la necessità di scegliere «da che parte stare: dalla parte dell’io o dalla parte di Dio?».

«Perché Dio è il contrario dell’egoismo, dell’autoreferenzialità», ha spiegato Francesco: «Di fronte ai no, non sbatte la porta, ma include ancora di più. Dio, di fronte alle ingiustizie subite, risponde con un amore più grande. Noi, quando siamo feriti da torti e rifiuti, spesso coviamo insoddisfazione e rancore. Dio, mentre soffre per i nostri no, continua invece a rilanciare, va avanti a preparare il bene anche per chi fa il male. Perché così fa l’amore; perché solo così si vince il male». «Oggi questo Dio, che non perde mai la speranza, ci coinvolge a fare come lui, a vivere secondo l’amore vero, a superare la rassegnazione e i capricci del nostro io permaloso e pigro», l’invito del Papa.