Vita Chiesa

Papa Francesco: “Papa dimissionari non devono diventare una moda, io per il momento non ho in agenda questo”

“Non so dove si trovi questa lettera”, ha proseguito Francesco: “L’ho fatto nel caso che io abbia qualche problema di salute che mi impedisca di esercitare il mio ministero e di non essere pienamente cosciente per poter rinunciare”. “Questo però non vuol affatto dire che i Papi dimissionari debbano diventare, diciamo così, una moda, una cosa normale”, ha puntualizzato il Papa: “Benedetto ha avuto il coraggio di farlo perché non se la sentiva di andare avanti a causa della sua salute. Io per il momento non ho in agenda questo. Io credo che il ministero del Papa sia ad vita. Non vedo la ragione per cui non debba essere così. Pensate che il ministero dei grandi patriarchi è sempre a vita. E la tradizione storica è importante. Se invece stiamo a sentire il chiacchiericcio, beh, allora bisognerebbe cambiare Papa ogni sei mesi!”.

“Tutto il mondo è in guerra! Sono un po’ pessimista”, ha ancora detto il Papa. “La Siria vive una guerra da 12 anni, e poi lo Yemen, il Myanmar con il dramma dei rohingya”, ha fatto notare Francesco: “Anche in America Latina ci sono tensioni e conflitti. E poi questa guerra in Ucraina. Tutto il mondo è in guerra, ricordiamocelo bene. Ma io mi domando: l’umanità avrà il coraggio, la forza o persino l’opportunità di tornare indietro? Si va avanti, avanti, avanti verso il baratro. Non so: è una domanda che io mi faccio. Mi dispiace dirlo, ma sono un po’ pessimista”.“Oggi davvero sembra che il problema principale sia la produzione di armi”, la denuncia del Papa: “C’è ancora tanta fame nel mondo e noi continuiamo a fabbricare le armi. È difficile tornare indietro da questa catastrofe. E non parliamo delle armi atomiche! Credo ancora in un lavoro di persuasione. Noi cristiani dobbiamo pregare tanto: ‘Signore, abbi pietà di noi!’”. “In questi giorni In questi giorni mi colpiscono i racconti delle violenze”, ha rivelato Francesco: “Mi colpisce soprattutto la crudeltà. Le notizie che vengono dalle guerre che ci sono nel mondo ci parlano di una crudeltà persino difficile da pensare. Non solo si uccide, ma lo si fa crudelmente. Per me questa è una cosa nuova. Mi dà da pensare. Anche le notizie che arrivano dall’Ucraina ci parlano di crudeltà. E qui in Congo lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze dirette delle vittime”.