Vita Chiesa

Papa Francesco: a Anti-Defamation League, «mai più» Shoah

«Lo scorso anno mi sono recato al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau», ha detto Francesco ricordando la visita in Polonia per la Giornata mondiale della gioventù: «Non ci sono parole e pensieri adeguati di fronte a simili orrori della crudeltà e del peccato; c’è la preghiera, perché Dio abbia pietà e perché tali tragedie non si ripetano», ha aggiunto riferendosi indirettamente al suo ingresso, in silenzio, dai cancelli del campo di concentramento. «Per questo continuiamo ad aiutarci gli uni gli altri, come auspicava il Santo Padre Giovanni Paolo II, ad abilitare la memoria a svolgere il suo necessario ruolo nel processo di costruzione di un futuro nel quale l’indicibile iniquità della Shoah non sia mai più possibile», ha affermato il Papa auspicando «un futuro di autentico rispetto per la vita e per la dignità di ogni popolo e di ogni essere umano». «Purtroppo, l’atteggiamento antisemitico, che nuovamente deploro, in ogni sua forma, come contrario in tutto ai principi cristiani e ad ogni visione che sia degna dell’uomo, è tutt’oggi ancora diffuso», il grido d’allarme di Francesco: «Ribadisco che la Chiesa cattolica si sente particolarmente in dovere di fare quanto è in suo potere, insieme ai nostri amici ebrei, per respingere le tendenze antisemite».

«Oggi più che in passato, la lotta all’antisemitismo può fruire di strumenti efficaci, come l’informazione e la formazione». Ne è convinto il Papa, che ha ringraziato i presenti «per la vostra opera e perché accompagnate al contrasto della diffamazione l’impegno ad educare, a promuovere il rispetto di tutti e a proteggere i più deboli». «Custodire il sacro tesoro di ogni vita umana, dal concepimento sino alla fine, tutelandone la dignità, è la via migliore per prevenire ogni forma violenta», ha ribadito Francesco, secondo il quale «di fronte alla troppa violenza che dilaga nel mondo, siamo chiamati a un di più di nonviolenza, che non significa passività, ma promozione attiva del bene». «Se è necessario estirpare l’erba del male, è ancora più urgente seminare il bene», ha spiegato il Papa: «Coltivare la giustizia, accrescere la concordia, sostenere l’integrazione, senza mai stancarsi; solo così si potranno raccogliere frutti di pace». «Mettere a disposizione i mezzi per una vita degna, promuovere la cultura e favorire dovunque la libertà di culto, anche proteggendo i credenti e le religioni da ogni manifestazione di violenza e strumentalizzazione, sono i migliori antidoti contro l’insorgere dell’odio», ha concluso.