Vita Chiesa

Papa Francesco: a Diyanet, «Obbligo capi religiosi denunciare violazioni diritti umani»

Il 98% della popolazione turca è musulmana (68% sunniti, 30% sciiti). La Turchia ha scelto però di essere uno Stato laico. L’ordinamento laico fu introdotto da Atatürk (1924) che ha abolito il Califfato e sostituito il Ministero della Shari’a con un organismo statale centrale, il Dipartimento per gli Affari Religiosi, «Diyanet». È in questo contesto che Papa Francesco si è rivolto ai capi religiosi. «La vita umana, dono di Dio Creatore, possiede un carattere sacro – ha detto il Santo Padre -. Pertanto, la violenza che cerca una giustificazione religiosa merita la più forte condanna, perché l’Onnipotente è Dio della vita e della pace. Da tutti coloro che sostengono di adorarlo, il mondo attende che siano uomini e donne di pace, capaci di vivere come fratelli e sorelle, nonostante le differenze etniche, religiose, culturali o ideologiche».

Il Papa ha rivolto parole molto preoccupate per la situazione umanitaria in Medio Oriente, specialmente in Iraq e Siria. Parlando alla «Diyanet» ha detto: «Penso a tanti bambini, alle sofferenze di tante mamme, agli anziani, agli sfollati e ai rifugiati, alle violenze di ogni tipo». «La violenza ha colpito anche edifici sacri, monumenti, simboli religiosi e il patrimonio culturale, quasi a voler cancellare ogni traccia, ogni memoria dell’altro».

Soprattutto in questi contesti, «le buone relazioni e il dialogo tra leader religiosi rivestono una grande importanza». «Tale amicizia, oltre ad essere un valore in sé – ha detto il Papa -, acquista speciale significato e ulteriore importanza in un tempi di crisi come il nostro, crisi che in alcune aree del mondo diventano veri drammi per intere popolazioni». A conclusione del suo discorso il Papa ha espresso «soddisfazione» per «le buone relazioni e la collaborazione tra il Diyanet e il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso»: «Auguro che questo dialogo interreligioso divenga creativo».