Vita Chiesa

Papa Francesco a Tawadros: «Le sofferenze strumento di unità»

«L’odierna visita rafforza i legami di amicizia e di fratellanza che già uniscono la Sede di Pietro e la Sede di Marco». Lo ha detto, oggi, Papa Francesco ricevendo con «grande gioia» Tawadros II, patriarca della sede di San Marco, capo della Chiesa ortodossa copta d’Egitto, «nel ricordo dello storico incontro che quarant’anni fa unì i nostri predecessori, Papa Paolo VI e Papa Shenouda III», «in un abbraccio di pace e di fraternità». «Quarant’anni fa – ha aggiunto -, la Dichiarazione comune dei nostri predecessori rappresentò una pietra miliare nel cammino ecumenico, e da essa si sviluppò una Commissione di dialogo teologico tra le nostre Chiese, che ha portato buoni risultati ed ha preparato il terreno per il più ampio dialogo tra la Chiesa cattolica e l’intera famiglia delle Chiese Ortodosse Orientali, che continua con frutto sino ad oggi». Certo, ha ammesso il Pontefice, «siamo anche consapevoli che il cammino che ci attende è forse ancora lungo, ma non vogliamo dimenticare la molta strada già percorsa, che si è concretizzata in luminosi momenti di comunione». Il Papa si è detto convinto che, «con la guida dello Spirito Santo, la nostra perseverante preghiera, il nostro dialogo e la volontà di costruire giorno per giorno la comunione nell’amore vicendevole ci consentiranno di porre nuovi e importanti passi verso la piena unità».

Il Pontefice ha anche ricordato i «molteplici gesti di attenzione e di fraterna carità» che Tawadros II «ha riservato, sin dai primi giorni del suo ministero, alla Chiesa copta cattolica», come pure l’istituzione di un «Consiglio nazionale delle Chiese cristiane», dal patriarca fortemente voluto, che «rappresenta un segno importante della volontà di tutti i credenti in Cristo di sviluppare nella vita quotidiana relazioni sempre più fraterne e di porsi a servizio dell’intera società egiziana, di cui sono parte integrante». «Sappia – ha proseguito – che il suo sforzo a favore della comunione tra i credenti in Cristo, così come il suo vigile interesse per le sorti del suo Paese e per il ruolo delle comunità cristiane all’interno della società egiziana, trovano una profonda eco nel cuore del Successore di Pietro e dell’intera comunità cattolica». Ricordando le parole di san Paolo che se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme, il Papa ha affermato: «In questo senso possiamo dire che esiste anche un ecumenismo della sofferenza: come il sangue dei martiri è stato seme di forza e di fertilità per la Chiesa, così la condivisione delle sofferenze quotidiane può divenire strumento efficace di unità. E ciò è vero, in certo modo, anche nel quadro più ampio della società e dei rapporti tra cristiani e non cristiani: dalla comune sofferenza, possono infatti germogliare, con l’aiuto di Dio, perdono e riconciliazione».

«Mi auguro che questo possa essere solo il primo di una lunga serie di incontri di amore e di fratellanza tra le due grandi Chiese. Perciò propongo che il 10 maggio di ogni anno celebri la festa dell’amore fraterno tra la Chiesa cattolica e quella copta ortodossa», ha detto, Tawadros II a Papa Francesco. Il patriarca, nel suo discorso, ha ricordato che il suo predecessore Papa Shenouda III, incontrò Paolo VI in Vaticano quarant’anni fa, nel maggio del 1973. «Vengo a trovare Sua Santità dall’Egitto, il «Paese del Nilo», come mio primo viaggio, in assoluto, all’estero, dopo il mio insediamento come Papa della Chiesa copto ortodossa, avvenuto in novembre», ha sottolineato Tawadros II. «Sia la Chiesa cattolica che la copto ortodossa – ha ricordato il patriarca – lavorano insieme in Medio Oriente e in Occidente per la promozione e la diffusione della pace in tutto il mondo. Entrambe sostengono il dialogo ecumenico tra le due Chiese per raggiungere l’unità desiderata». Perciò Tawadros II ha insistito per partecipare «personalmente» alla cerimonia di insediamento del patriarca della Chiesa cattolica in Egitto, Ibrahim Isak.

«Sono orgoglioso del mio paese, l’Egitto, e sono al tempo stesso felice di visitare la Città del Vaticano che, pur essendo il più piccolo Stato al mondo sia per popolazione che per estensione, è altresì il più importante, grazie alla sua influenza e la suo santo servizio», ha sostenuto Tawadros II, che ha voluto ricordare i tesori d’arte conservati nei musei e nelle biblioteche vaticani e l’impegno del Vaticano nella difesa delle questioni etiche e della pace. «Concludo questo mio discorso – ha proseguito il patriarca – con l’auspicio di consolidare le già eccellenti relazioni esistenti tra la Chiesa copto ortodossa e la grande Chiesa cattolica. Nostro comune obiettivo sarà lavorare insieme per promuovere il dialogo ecumenico e realizzare la pace in tutto il mondo». Tawadros II ha detto anche di pregare il Signore «affinché aiuti e sostenga Sua Santità nel suo compito durante la sua santa missione». «Con l’augurio di ricevere Sua Santità nel mio amato paese, l’Egitto, rinnovo le congratulazione della Chiesa copta tutta, delle comunità religiose, nonché dell’intero popolo egiziano», ha concluso il patriarca»