Vita Chiesa

Papa Francesco: a congresso grandi città, «uscire» e «Chiesa samaritana»

Dopo avere ringraziato il cardinale Lluís Martínez Sistach, il Pontefice ha richiamato la propria esperienza di pastore di una città popolosa e multiculturale e di quanto realizzato con i vescovi delle 11 diocesi che compongono la regione ecclesiastica di Buenos Aires. Quattro, ha osservato, «le sfide e possibili orizzonti di una pastorale urbana». Anzitutto «attuare un cambiamento nella nostra mentalità pastorale», ossia «avere il coraggio di fare una pastorale evangelizzatrice audace e senza timori».

Quindi «il dialogo con la multiculturalità» per un dialogo pastorale «che non negozia la propria identità cristiana, ma che vuole raggiungere il cuore dell’altro». Ancora «la religiosità del popolo». «Dio abita nella città», ha fatto notare il Pontefice: «Dobbiamo scoprire, nella religiosità dei nostri popoli, l’autentico substrato religioso, che in molti casi è cristiano e cattolico». Da lì «possiamo cominciare il dialogo evangelizzatore, come fece Gesù con la Samaritana». Dio, ha proseguito il Papa, continua a parlarci per mezzo dei poveri che oggi insieme ai migranti abitano le grandi città.

Di qui la duplice sfida di «essere ospitali» verso poveri e migranti» e di «valorizzare la loro fede». La Chiesa, ha fatto notare il Papa, non può ignorare il grido dei «poveri urbani», degli esclusi, degli scartati. Di qui la proposta di due nuclei pastorali, azioni ma non solo: «Uscire e facilitare» e «La Chiesa samaritana. Esserci». Il primo, spiega «una vera trasformazione ecclesiale. Tutto pensato in chiave di missione», ossia uscire per incontrare Dio che abita nella città e nei poveri. Uscire per incontrarsi, ascoltare, benedire, camminare con la gente e «facilitare l’incontro con il Signore. Rendere accessibile il sacramento del Battesimo. Chiese aperte. Segreterie con orari per le persone che lavorano. Catechesi adatte nei contenuti e negli orari della città».

«Dobbiamo imparare a suscitare la fede». Il secondo riguarda «un cambiamento nel senso della testimonianza. Nella pastorale urbana, la qualità sarà data dalla capacità di testimonianza della Chiesa e di ogni cristiano». «Qui – per il Pontefice – sta la chiave. Con la testimonianza possiamo incidere nei nuclei più profondi, là dove nasce la cultura». «La testimonianza concreta di misericordia e tenerezza che cerca di essere presente nelle periferie esistenziali e povere, agisce direttamente sugli immaginari sociali, generando orientamento e senso per la vita della città». «È uno spazio assai propizio – conclude – alla pastorale ecumenica caritativa».