Vita Chiesa

Papa Francesco a convegno vocazioni: «i giovani oggi hanno bisogno di una sorgente di acqua fresca»

Il saluto di Galantino. «Le difficoltà che da tante parti e per diversi motivi segnano le realtà nelle quali viviamo e dalle quali proveniamo non ci impediscono di coltivare la voglia e l’impegno necessari per essere oggi, con l’azione dello Spirito e sotto la Sua guida paterna, una Chiesa chiamata a osare di più per dire con franchezza che il Vangelo è vero ed è possibile». Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, salutando il Papa durante l’udienza concessa oggi ai partecipanti al convegno vocazionale nazionale, promosso dall’Ufficio Cei per la pastorale delle vocazioni, sul tema: «Alzati, và e non temere». «Testimoniare in maniera coerente che solo uomini e donne gioiosi e appassionati riescono a intercettare e contagiare i giovani», l’obiettivo della Chiesa italiana che si sintonizza sulle nuove generazioni, descritti da Papa Francesco – ha ricordato Galantino – come coloro i quali «hanno il desiderio di scoprire il fascino sempre attuale della figura di Gesù, di lasciarsi interrogare e provocare dalle sue parole e dai suoi gesti e, infine, di sognare, grazie a Lui, una vita pienamente umana, lieta di spendersi nell’amore». «È vero, come Lei ci ricorda – ha concluso il segretario generale della Cei – che Dio supera le nostre aspettative e ci sorprende con la sua generosità, facendo germogliare i frutti del nostro lavoro oltre i calcoli dell’efficienza umana; ma è anche vero che Lui si serve del nostro lavoro e della testimonianza di ognuno di noi. Per l’uno e per l’altra intendiamo impegnarci».

Una sorgente d’acqua fresca. «Ringrazio monsignor Galantino per le sue cortesi parole; e mi congratulo per l’impegno con cui portate avanti questo appuntamento annuale, nel quale si condivide la gioia della fraternità e la bellezza delle diverse vocazioni». È quanto si legge nel testo consegnato dal Papa durante l’udienza ai partecipanti al Convegno. «Davanti a noi si apre l’orizzonte e il cammino verso l’Assemblea sinodale del 2018, sul tema : ‘Giovani, fede e discernimento vocazionale’’, ricorda Francesco: «Il ‘sì’ totale e generoso di una vita donata è simile ad una sorgente d’acqua, nascosta da tanto tempo nelle profondità della terra, che attende di sgorgare e scorrere all’esterno, in un rivolo di purezza e freschezza. I giovani oggi hanno bisogno di una sorgente d’acqua fresca per dissetarsi e poi proseguire il loro cammino di ricerca». «In questo orizzonte si colloca anche il vostro servizio, con il suo stile di annuncio e di accompagnamento vocazionale», sottolinea il Papa, secondo il quale «tale impegno richiede passione e senso di gratuità. La passione del coinvolgimento personale, nel saper prendervi cura delle vite che vi sono consegnate come scrigni che racchiudono un tesoro prezioso da custodire. E la gratuità di un servizio e ministero nella Chiesa che richiede grande rispetto per coloro di cui vi fate compagni di cammino. È l’impegno di cercare la loro felicità, e questo va ben oltre le vostre preferenze e aspettative». «Siate seminatori di fiducia e di speranza», l’invito di Papa Francesco sulla scorta di Benedetto XVI.

«Per essere credibili ed entrare in sintonia con i giovani, occorre privilegiare la via dell’ascolto, il saper ‘perdere tempo’ nell’accogliere le loro domande e i loro desideri», si legge ancora nel messaggio consegnato ai partecipanti al convegno. Il Papa ricorda che «la vostra testimonianza sarà tanto più persuasiva se, con gioia e verità, saprete raccontare la bellezza, lo stupore e la meraviglia dell’essere innamorati di Dio, uomini e donne che vivono con gratitudine la loro scelta di vita per aiutare altri a lasciare una impronta inedita e originale nella storia». «Ciò richiede di non essere disorientati dalle sollecitazioni esteriori, ma di affidarci alla misericordia e alla tenerezza del Signore ravvivando la fedeltà delle nostre scelte e la freschezza del ‘primo amore’», raccomanda Francesco, secondo il quale «la priorità dell’annuncio vocazionale non è l’efficienza di quanto facciamo, ma piuttosto l’attenzione privilegiata alla vigilanza e al discernimento. È avere uno sguardo capace di scorgere la positività negli eventi umani e spirituali che incontriamo; un cuore stupito e grato di fronte ai doni che le persone portano in sé, mettendo in luce le potenzialità più dei limiti, il presente e il futuro in continuità col passato».

«C’è bisogno oggi di una pastorale vocazionale dagli orizzonti ampi e dal respiro di comunione