Vita Chiesa

Papa Francesco: a delegazione Custodia Terra Santa, “raccontare fraternità che si apre a migranti, sfollati e rifugiati”

“La comunicazione, in tempo di reti sociali, deve aiutare a costruire comunità, meglio ancora, fraternità”. Ne è convinto il Papa, che ricevendo in udienza la delegazione della Custodia di Terra Santa, nel centenario della rivista “La Terra Santa”, ha esortato i presenti a “raccontare la fraternità possibile: quella tra cristiani di Chiese e confessioni purtroppo ancora separate, ma che in Terra Santa sono spesso già vicine all’unità, come io stesso ho avuto occasione di constatare. Raccontare la fraternità possibile tra tutti i figli di Abramo, ebrei, cristiani e musulmani”. “Raccontare la fraternità ecclesiale che si apre ai migranti, agli sfollati e ai rifugiati, per restituire loro la dignità di cui sono stati privati quando hanno dovuto lasciare la loro patria in cerca di un futuro per sé e per i figli”, l’altra consegna di Francesco. “Vi ringrazio perché, per raccontare la Terra Santa, vi sforzate di incontrare le persone dove e come sono”, l’omaggio del Papa: “Infatti, per realizzare i vostri servizi, le vostre inchieste e le vostre pubblicazioni non vi limitate ai territori più tranquilli, ma visitate anche le realtà più difficili e sofferenti, come la Siria, il Libano, la Palestina e Gaza”. “So che cercate di presentare le storie di bene, quelle di resistenza attiva al male della guerra, quelle di riconciliazione, quelle di restituzione della dignità ai bambini derubati della loro infanzia, quelle dei rifugiati con le loro tragedie ma anche con i loro sogni e le loro speranze”, ha proseguito Francesco: “Grazie perché, per fare così il vostro lavoro, non avete risparmiato le suole delle scarpe, e so che non le risparmierete neanche in futuro, per poter raccontare tutto questo”. “Nel comunicare una determinata realtà, nulla può completamente sostituire l’esperienza personale”, il monito del Papa: “E voi vivete e lavorate proprio nel luogo in cui la Parola di Dio, il suo messaggio di salvezza si è fatto carne e si è reso ‘incontrabile’ in Gesù Cristo, non solo nelle sue parole, ma nei suoi occhi, nella sua voce, nei suoi gesti”.

“Far conoscere la Terra Santa vuol dire trasmettere il ‘Quinto Vangelo’, cioè l’ambiente storico e geografico in cui la Parola di Dio si è rivelata e poi si è fatta carne in Gesù di Nazaret, per noi e per la nostra salvezza”, ha poi detto il Papa. “Vuol dire anche far conoscere la gente che vi abita oggi, la vita dei cristiani delle varie Chiese e denominazioni, ma anche quella di ebrei e musulmani, per cercare di costruire, in un contesto complesso e difficile com’è quello mediorientale, una società fraterna”, ha proseguito Francesco: “Sì, Dio è entrato in questa terra, ha agito con noi in questo mondo. E il mistero pasquale illumina e dà senso anche alla storia di oggi, al cammino delle popolazioni che vivono in quella terra oggi, cammino segnato purtroppo da ferite e conflitti, ancora oggi, ma che la grazia di Dio sempre apre alla speranza, speranza di fraternità e di pace. Anche in questo senso, raccontando la Terra Santa, voi raccontate il ‘Quinto Vangelo’, quello che Dio continua a scrivere nella storia”. “Attraverso i mezzi di comunicazione sociale voi potete arricchire la fede di tanti, anche di quelli che non hanno la possibilità di fare un pellegrinaggio nei luoghi santi”, la consegna del Papa: “Lo fate mediante il vostro impegno professionale, svolto ogni giorno con competenza al servizio del Vangelo. Questo è prezioso per i credenti del mondo intero e, nello stesso tempo, va a sostegno dei cristiani che vivono nella terra di Gesù. E voglio approfittare di questa occasione per esprimere a loro la mia vicinanza. Li ricordo sempre, anche nella preghiera. Per favore, tornando a casa, portate il mio saluto a la mia benedizione alle famiglie e alle comunità cristiane della Terra Santa”.