Vita Chiesa

Papa Francesco: a evangelici tedeschi, «non più avversari e concorrenti»

Citando la «collaborazione di lunga data, espressione di un rapporto ecumenico maturato negli anni» con gli evangelici tedeschi, Francesco ha augurato ai presenti di  «andare avanti su questa strada benedetta di comunione fraterna, proseguendo con coraggio e decisione verso un’unità sempre più piena». «È significativo che, in occasione del 500° anniversario della Riforma, cristiani evangelici e cattolici colgano l’occasione della commemorazione comune degli eventi storici del passato per mettere nuovamente Cristo al centro dei loro rapporti», ha proseguito il Papa, ricordando che era proprio «la questione su Dio», su «come poter avere un Dio misericordioso», la «passione profonda, la molla della vita e dell’intero cammino» di Lutero, come ha detto Benedetto XVI. «Ciò che animava e inquietava i Riformatori era, in fondo, indicare la strada verso Cristo», ha sintetizzato Francesco: «È quello che deve starci a cuore anche oggi, dopo aver nuovamente intrapreso, grazie a Dio, una strada comune». L’anno di commemorazione della Riforma, per il Papa, «ci offre l’opportunità di compiere un ulteriore passo in avanti, guardando al passato senza rancori, ma secondo Cristo e nella comunione in Lui, per riproporre agli uomini e donne del nostro tempo la novità radicale di Gesù, la misericordia senza limiti di Dio: proprio ciò che i Riformatori ai loro tempi volevano stimolare».

Il «rinnovamento» portato dalla Riforma luterana ha «suscitato sviluppi che hanno portato a divisioni tra i cristiani»: «I credenti non si sono più sentiti fratelli e sorelle nella fede, ma avversari e concorrenti; per troppo tempo hanno alimentato ostilità e si sono accaniti in lotte, fomentate da interessi politici e di potere, talvolta senza nemmeno farsi scrupolo nell’usare violenza gli uni contro gli altri, fratelli contro fratelli». È il bilancio del Papa, offerto durante l’udienza concessa oggi agli evangelici tedeschi. Oggi, invece – ha proseguito Francesco – «rendiamo grazie a Dio perché finalmente, deposto tutto ciò che è di peso, fraternamente corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù». «Vi sono grato – il tributo del Papa ai presenti – perché, con questo sguardo, avete intenzione di accostarvi insieme, con umiltà e franchezza, a un passato che ci addolora, e di condividere presto un importante gesto di penitenza e di riconciliazione: una funzione ecumenica, intitolata ‘Risanare la memoria – testimoniare Gesù Cristo’. Cattolici ed evangelici in Germania potrete così rispondere, nella preghiera, alla forte chiamata che insieme avvertite nel Paese originario della Riforma: purificare in Dio la memoria per essere rinnovati interiormente e inviati dallo Spirito a portare Gesù all’uomo di oggi».

«Con questo segno e con altre iniziative ecumeniche previste quest’anno – come il comune pellegrinaggio in Terra Santa, il congresso biblico congiunto per presentare insieme le nuove traduzioni della Bibbia e la giornata ecumenica dedicata alla responsabilità sociale dei cristiani – avete in animo di dare una configurazione concreta alla ‘Festa di Cristo’ che, in occasione della commemorazione della Riforma, intendete celebrare insieme», ha proseguito Francesco: «La riscoperta delle comuni sorgenti della fede, il risanamento della memoria nella preghiera e nella carità e la collaborazione concreta nel diffondere il Vangelo e servire i fratelli siano impulsi a procedere ancora più speditamente nel cammino».

«Le differenze in questioni di fede e di morale, che tuttora sussistono, rimangono sfide sul percorso verso la visibile unità, alla quale anelano i nostri fedeli», ha detto ancora il Papa, specificando che «il dolore è avvertito specialmente dagli sposi che appartengono a confessioni diverse». «In modo avveduto occorre che ci impegniamo, con preghiera insistente e con tutte le forze, a superare gli ostacoli ancora esistenti, intensificando il dialogo teologico e rafforzando la collaborazione tra noi, soprattutto nel servizio a coloro che maggiormente soffrono e nella custodia del creato minacciato», la proposta. «La chiamata urgente di Gesù all’unità – ha detto Francesco –  ci interpella, come pure l’intera famiglia umana, in un periodo in cui sperimenta gravi lacerazioni e nuove forme di esclusione e di emarginazione. Anche per questo la nostra responsabilità è grande!».

«È grazie alla comunione spirituale rinsaldatasi in questi decenni di cammino ecumenico, che possiamo oggi deplorare insieme il fallimento di entrambi a riguardo dell’unità nel contesto della Riforma e degli sviluppi successivi», ha osservato il Papa: «Al tempo stesso, nella realtà dell’unico Battesimo che ci rende fratelli e sorelle e nel comune ascolto dello Spirito, sappiamo, in una diversità ormai riconciliata, apprezzare i doni spirituali e teologici che dalla Riforma abbiamo ricevuto». «A Lund, il 31 ottobre scorso, ho ringraziato il Signore di questo e ho chiesto perdono per il passato; per l’avvenire desidero confermare la nostra chiamata senza ritorno a testimoniare insieme il Vangelo e a proseguire nel cammino verso la piena unità», le parole di Francesco a proposito del suo viaggio in Svezia: «Facendolo insieme, nasce anche il desiderio di inoltrarsi su percorsi nuovi». «Sempre di più impariamo a chiederci: questa iniziativa, possiamo condividerla con i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo? Possiamo fare insieme un altro tratto di strada?», le domande per il cammino futuro.

«Un incontro davvero caloroso, quello che diciamo a parole lo abbiamo sentito. Abbiamo espresso al Papa il desiderio che venga in Germania; anche noi protestanti vogliamo dargli il benvenuto, speriamo possa venire, nel momento che riterrà più opportuno». Lo ha detto il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, presidente della Chiesa evangelica di Germania (Ekd), incontrando i giornalisti dopo l’udienza di questa mattina con Papa Francesco. Dal 4 febbraio è a Roma una delegazione di alto livello della Ekd guidata dal presidente Bedford-Strohme dalla vicepresidente, il vescovo Annette Kurschus. «Ho espresso la speranza – ha proseguito Bedford-Strohm – che, grazie a questo anno giubilare per il 500° della riforma, vi siano coppie interconfessionali che possano andare insieme alla mensa del Signore. Il tema va approfondito ma la nostalgia è stata espressa da entrambe le parti». «Con il card. Marx abbiamo iniziato a seguire con attenzione un cammino ecumenico che appare molto promettente. Ci sentiamo già molto ispirati da questo incontro» che segue «l’esperienza fatta in Terra santa, insieme cattolici e luterani membri del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, nella vicinanza in Gesù Cristo. Proviamo dolore per le separazioni che tuttora permangono ma io guardo con ottimismo al futuro». Intanto possiamo «dare testimonianza credibile al mondo e ad un’Europa segnata da scissioni, nazionalismi, odi».