Vita Chiesa

Papa Francesco: ad Accademie pontificie, pellegrinaggio «esperienza condivisione e solidarietà»

«Quanti giungeranno a Roma in occasione dell’Anno Santo, o vivranno l’esperienza del pellegrinaggio verso le tante mete proposte dalle Chiese locali, possano sentire, come i discepoli di Emmaus, il Signore accanto a loro quale compagno di viaggio. Possano, così, sperimentare la gioia dell’incontro con Lui, come pure con i fratelli e le sorelle nei quali Egli continua ad essere presente e ad interpellarci». Lo ha scritto Papa Francesco in un messaggio al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e al Consiglio di Coordinamento tra Accademie Pontificie in occasione della XX seduta pubblica e del conferimento del premio «destinato annualmente a giovani studiosi, ad artisti o a istituzioni che hanno contribuito in modo rilevante, attraverso i loro studi o le loro opere, nei vari ambiti disciplinari in cui operano le Accademie stesse, a promuovere l’umanesimo cristiano e lo sviluppo delle scienze religiose». «Ad limina Petri. Tracce monumentali del pellegrinaggio nei primi secoli del cristianesimo»: questo il titolo dell’incontro, che richiama – sottolinea il Papa – «l’attenzione sul pellegrinaggio quale elemento costitutivo del Giubileo».

«Sin dai primi secoli dell’era cristiana – ricorda Bergoglio – gli itinerari dei pellegrini, sia ecclesiastici sia laici, sono ben documentati da numerose fonti, tra cui i graffiti lasciati nei luoghi di visita, presso le tombe dei Martiri. Da queste attestazioni emerge la fede genuina e generosa di chi si mette in viaggio, con grande coraggio e anche con molti sacrifici, per incontrare, anzi toccare con mano, i testimoni della fede e le loro memorie, così da attingere nuovo entusiasmo e forza interiore per vivere sempre più profondamente e coerentemente la propria fede». Ma il pellegrinaggio, aggiunge, «è anche un’esperienza di misericordia, di condivisione e di solidarietà con chi fa la stessa strada, come pure di accoglienza e di generosità da parte di chi ospita e assiste i pellegrini». «Tra le opere di misericordia corporali, che ho voluto riproporre come uno dei segni caratterizzanti l’Anno Santo, spicca proprio quella dell’accoglienza dei forestieri. Lo sguardo all’antichità cristiana e alle tracce lasciate dai pellegrini – conclude – ci ricordi l’impegno dell’accoglienza e della condivisione, che nell’esperienza del pellegrinaggio diventa consapevole itinerario di conversione e gioiosa prassi quotidiana».