Vita Chiesa

Papa Francesco, ai frati cappuccini: «non bastonare» e non stancatevi di perdonare

«Nella liturgia di oggi ci sono due atteggiamenti», ha esordito Francesco: «Un atteggiamento di grandezza davanti a Dio, che si esprime nell’umiltà di Re Salomone, e un altro atteggiamento di meschinità che viene descritto dallo stesso Gesù: come facevano i dottori della legge, che tutto era preciso, lasciavano da parte la legge, ma per fare le piccole tradizioni loro». «Quando qualcuno si dimentica la necessità che ha di perdono, lentamente si dimentica di Dio, si dimentica di chiedere perdono e non sa perdonare», ha ammonito il Papa, che subito dopo ha esclamato: «L’umile, quello che si sente peccatore, è un gran perdonatore nel confessionale! L’altro, come questi dottori della legge che si sentono i puri, ‘i maestri’, soltanto sanno condannare».

«Io vi parlo come fratello, e in voi vorrei parlare a tutti i confessori, in quest’Anno della Misericordia specialmente: il confessionale è per perdonare. E se tu non puoi dare l’assoluzione – faccio questa ipotesi – per favore, non bastonare». Con voce sommessa, ma ferma, il Papa ha rivolto oggi questo invito non solo ai frati cappuccini presenti nella basilica di San Pietro. A tutti coloro che esercitano il ministero della Riconciliazione, Francesco ha ricordato che nel confessionale «quello che viene, viene a cercare conforto, perdono, pace nella sua anima; che trovi un padre che lo abbracci e gli dica: ‘Ma Dio ti vuole bene’. Ma che lo faccia sentire». «E mi spiace dirlo, ma quanta gente, credo che la maggioranza di noi l’abbia sentito», ha proseguito il Papa sempre a braccio: «Ma, io non vado mai a confessarmi, perché una volta mi hanno fatto queste domande, mi hanno fatto questo…». «Voi Cappuccini avete questo speciale dono del Signore: perdonare», ha ricordato Francesco: «Io vi chiedo: non stancatevi di perdonare!». Poi il Papa ha citato «uno che ho conosciuto nell’altra diocesi, un uomo di governo, ma poi finito il suo tempo di governo, guardiano, provinciale, a 70 anni è stato inviato in un santuario a confessare. E quest’uomo aveva una coda di gente, tutti, tutti: preti, fedeli, ricchi, poveri, tutti! È un gran perdonatore. Sempre trovava il modo per perdonare, o almeno di lasciare in pace quell’anima con un abbraccio». «Una volta – ha raccontato Francesco – andai a trovarlo e mi disse: ‘Ma, senti, tu sei vescovo e puoi dirmi: io credo che pecco perché perdono troppo, e mi viene questo scrupolo…’ . ‘E perché?’. ‘Eh, non so, ma sempre trovo come perdonare…’. ‘E cosa fai, quando ti senti cosi?’. ‘Ma, io vado in cappella, davanti al tabernacolo, e dico al Signore: ‘Ma, scusami, Signore, perdonami, credo che oggi ho perdonato troppo. Ma, Signore, sei stato tu a darmi il cattivo esempio!’».