Vita Chiesa

Papa Francesco: ai luterani, «quello che ci unisce è molto di più di quello che ci divide!»

In vista del prossimo viaggio a Lund, in Svezia (31 ottobre-1 novembre), per fare memoria dei 500 anni dall’inizio della riforma di Lutero, Francesco ha ricordato che parte essenziale di questa commemorazione «sarà il rivolgere i nostri sguardi verso il futuro, in vista di una testimonianza cristiana comune al mondo di oggi, che tanto ha sete di Dio e della sua misericordia»: «La testimonianza che il mondo si aspetta da noi è soprattutto quella di rendere visibile la misericordia che Dio ha nei nostri confronti attraverso il servizio ai più poveri, agli ammalati, a chi ha abbandonato la propria terra per cercare un futuro migliore per sé e per i propri cari. Nel metterci a servizio dei più bisognosi sperimentiamo di essere già uniti: è la misericordia di Dio che ci unisce». La speranza, ha concluso il Papa, è «che possa continuare a crescere la reciproca comprensione» nella consapevolezza che «in virtù del nostro battesimo», «al di là di tante questioni aperte che ancora ci separano, siamo già uniti. Quello che ci unisce è molto di più di quello che ci divide!».

«La malattia, il peccato che Gesù condanna di più è l’ipocrisia», ha ricordato il Papa, rispondendo a braccio alle domande dei luterani. «Mi piacciono i cattolici e i luterani buoni, quelli che seguono la fede di Gesù Cristo, non mi piacciono i cattolici e i luterani tiepidi», ha detto Francesco, stigmatizzando inoltre «quelli che vogliono difendere il cristianesimo e sono contro i rifugiati e le altre religioni». «Non è una cosa di ieri, ma dei giornali, dei telegiornali di tutti i giorni», ha commentato. «Non si può essere cristiano senza vivere come cristiano»; ha ammonito a proposito dell’ipocrisia: «non si può essere cristiano senza praticare le beatitudini, senza fare quello che Gesù ci insegna in Matteo 25», definito da Francesco «il protocollo col quale tutti noi saremo giudicati». «Gesù ammonisce i suoi discepoli contro questo peccato: ‘guardatevi dal lievito dell’ipocrisia’». «Cacciare via quello che ha bisogno del mio aiuto», l’atteggiamento rimproverato dal Papa: «Se mi dico cristiano e faccio queste cose, sono un ipocrita».

«Ecumenismo è aiutare gli altri». È la consegna finale ai luterani del Papa. «Chi ci ha insegnato la coerenza cristiana è quella bella parabola del buon Samaritano», ha spiegato Francesco a braccio: «Quel povero uomo era nel bisogno, passa un dottore della legge, guarda e se ne va; passa un sacerdote, guarda e se ne va; passa un peccatore e sente misericordia, si avvicina e lo aiuta». «Questo è il cammino ecumenico fra noi», il commento di Francesco: «Aiutare gli altri, aiutare i bisognosi, i fratelli e le sorelle che sono nel bisogno, e pregare». «Scelti, perdonati e in cammino», ha ripetuto il Papa: «E noi tutti, evangelici, cattolici, andiamo insieme, perché il Signore ci ha giustificato, perdonato, ci ha scelto. Il cammino della preghiera, e dell’aiuto cristiano che ci porterà al protocollo di Matteo 25: il cammino di aiutarci e di aiutare quelli che sono nel bisogno». Per finire, una domanda scherzosa, salutata da un applauso: «Anche io vorrei fare una domanda: chi sono più buoni, gli evangelici o i cattolici?».