Vita Chiesa

Papa Francesco al Sinodo della Chiesa caldea: appello per pace in Iraq e Siria

Ringraziando il patriarca Louis Raphaël I Sako per le sue parole di saluto, Francesco ha rivolto il pensiero ai fedeli e a tutti gli abitanti «delle amate terre di Iraq e Siria, in un periodo particolarmente sofferto e delicato». «Possa la misericordia di Dio, nell’imminenza dell’Anno Giubilare – l’auspicio del Papa -, lenire le ferite della guerra che piagano il cuore delle vostre comunità». «Oggi, la situazione nelle vostre terre di origine è gravemente compromessa dall’odio fanatico del terrorismo che continua a provocare una forte emorragia di fedeli che si allontanano dalle terre dei loro padri, ove sono cresciuti ben radicati nel solco della tradizione. Questo stato di cose sta certamente minando alle fondamenta la vitale presenza cristiana in quella terra» che ha visto iniziare con Abramo il cammino del cristianesimo.

Dopo «secoli di pacifica convivenza con i nostri fratelli seguaci dell’Islam», oggi, purtroppo, «questi nostri tempi sono segnati da innumerevoli esempi di persecuzione, anche fino al martirio», ha proseguito il Papa nell’udienza ai membri del Sinodo caldeo. «La Chiesa caldea, che soffre per questo stato di cose causato dalla guerra, conosce anche i bisogni dei fedeli nella diaspora, i quali sentono il desiderio di restare saldi nelle proprie radici e di inserirsi nei nuovi contesti». Di qui la conferma del sostegno e della solidarietà «della Sede Apostolica a favore del bene comune dell’intera Chiesa Caldea». «Prego – ha assicurato il Papa – affinché i cristiani non siano costretti ad abbandonare l’Iraq e il Medio Oriente – penso in particolare ai figli e alle figlie della vostra Chiesa, con la loro ricca tradizione». Di qui l’esortazione «ad adoperarvi instancabilmente come costruttori di unità; in tutte le province dell’Iraq, favorendo il dialogo e la collaborazione tra tutti gli attori della vita pubblica, contribuendo a risanare le divisioni e impedendo che ne insorgano altre». «La tanto auspicata pace possa sorgere all’orizzonte della storia, affinché i luttuosi drammi inferti dalla violenza lascino il posto ad un  clima di reciproca convivenza».

Il Sinodo, «che in questi giorni state celebrando in Urbe, è un ‘cammino insieme‘, un momento propizio di confronto tra le diversità che arricchiscono la comunione fraterna tra di voi, sotto lo sguardo di Cristo Buon Pastore» – ha detto ancora il Papa. Richiamando il proprio discorso in occasione della commemorazione dei 50 anni del Sinodo dei Vescovi, lo scorso 17 ottobre, Francesco ha spiegato: «Camminare insieme è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica […] Non dimentichiamolo mai! Per i discepoli di Gesù, ieri oggi e sempre, l‘unica autorità è l‘autorità del servizio, l‘unico potere è il potere della croce, secondo le parole del Maestro: “Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo”. Tra voi non sarà così: in questa espressione raggiungiamo il cuore stesso del mistero della Chiesa – “tra voi non sarà così” – e riceviamo la luce necessaria per comprendere il servizio gerarchico». Il Sinodo, ha auspicato, «sia vissuto con senso di responsabilità, partecipazione e servizio, avendo sempre dinanzi l‘immagine del Buon Pastore, che ha a cuore la salvezza delle sue pecorelle e, in particolar modo, si prende cura di quella smarrita».