Vita Chiesa

Papa Francesco alle suore Teatine: «uscire da voi stesse per andare alle periferie esistenziali»

«Voi sapete che noi gesuiti con i teatini abbiamo una storia un po’ brutta, abbiamo litigato al tempo di Paolo IV, adesso siamo amici!», ha scherzato Francesco a braccio. «Orsola Benincasa fu donna contemplativa», ha sottolineato: «Ha saputo cogliere i bisogni della gente, specialmente dei giovani, vivendo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime». Dedicarsi «all’educazione e formazione delle nuove generazioni, attente alla loro promozione umana e alla loro crescita nella fede», ma «senza tralasciare la vostra presenza vicino alle persone sofferenti, in cui riconoscete Gesù crocifisso», la doppia consegna alle religiose: «Per questa via il Signore vi chiama ad uscire da voi stesse e ad andare alle periferie esistenziali, con libertà di cuore. Voi stesse trovate vita dando vita, trovate speranza dando speranza, trovate la vostra ragione di essere nella Chiesa e nel mondo amando e vivendo sempre secondo la logica del dono, la logica del Vangelo».

«il mondo ha bisogno di testimoni della trascendenza». «Vi incoraggio ad essere, sull’esempio della vostra Fondatrice, maestre di conoscenza esperienziale di Dio». È l’invito del Papa alle suore Teatine. «Il mondo di oggi ha bisogno di testimoni della trascendenza, di persone che siano sale della terra e luce del mondo, che siano lievito nella pasta», ha detto Francesco: «Non private gli uomini e le donne di oggi di questo alimento, necessario tanto quanto il pane materiale». «Insieme alle persone in condizioni di povertà, ce ne sono tante che hanno perso il senso della vita, cuori inariditi e assetati di pane buono e di acqua viva, che anche senza saperlo aspettano di incontrare Gesù», l’analisi del Papa. «E anche affamati assetati che vanno a saziare quella fame e quella sete dove non c’è capacità di saziare: quest’illusione delle luci che non danno vita, che non illuminano», ha aggiunto a braccio. «E anche a voi, come ai discepoli, Gesù dice oggi: date loro da bere e da mangiare», ha ricordato Francesco: «Quel pane che sazia, quell’acqua che sazia. Se sarete aperte all’azione dello Spirito, egli vi guiderà a rispondere con creatività al grido dei poveri e di tanti affamati e assetati di Dio. Lo Spirito stesso vi aiuterà a domandarvi: che cosa il Signore e i fratelli ci chiedono? Vi aiuterà a rimanere sveglie, vigilanti come sentinelle del Signore, perché la luce e il calore dell’amore di Dio possano raggiungere le persone che incontrate e risvegliare in esse la speranza».

«Mordersi la lingua» per non «sparlare in famiglia». «Non dimenticatevi degli anziani». «Il mondo ha bisogno anche della vostra testimonianza di vita fraterna in comunità». È l’invito del Papa.. «Non è facile la vita fraterna, sempre c’è qualcosa da litigare, per sparlare», ha proseguito Francesco a braccio: «È brutto sparlare in famiglia. Ma c’è un rimedio, una medicina molto buona per non sparlare: mordersi la lingua, si gonfia ma non si spacca». Di qui l’esortazione a coltivare «la spiritualità del vivere insieme, allontanando le critiche, i pettegolezzi, le rivalità, e praticando invece l’accoglienza e l’attenzione reciproca, la condivisione dei beni materiali, il rispetto per le persone più fragili». «Questo è molto importante», ha poi raccomandato il Papa a braccio: «Avere cura degli anziani, sono la memoria della Congregazione. Non lasciarli lì, in infermeria, abbandonati, ma andare da loro, farli parlare – sono la memoria – e accarezzarli: non dimenticatevi degli anziani!». Poi Francesco ha citato il testamento della fondatrice, suor Orsola Benincasa: «Amatevi a vicenda. Rispettatevi a vicenda. Ciascuna cerchi il bene dell’altra». «Una bella strada di santità, questa», ha commentato ancora a braccio. Incarnare il comandamento dell’amore «là dove vivete e lavorate», la consegna finale pèer essere , come Maria, «donne appassionate di Cristo e dell’umanità, continuamente in cammino per servire i più bisognosi: nelle scuole, nelle parrocchie, nelle case di cura, in ogni luogo dove con la vita e la parola portate il Vangelo di Cristo».