Vita Chiesa

Papa Francesco e Abu Mazen: riprendere i negoziati diretti in medio Oriente

L’udienza è cominciata alle 10.12 ed è finita alle 10.35. Papa Francesco ha accolto Abbas salutandolo in spagnolo: «Mi fa piacere riceverla». «Anche io sono contento di stare qui», la risposta del suo interlocutore. Appena seduti alla scrivania, il Papa ha fatto un gesto con la mano, come a dire: «Sento delle cose che mi arrivano». Poi la presentazione dell’entourage del presidente palestinese – una delegazione di 10-15 persone – tra le quali un uomo che ha detto al Papa di essere sposato con una donna argentina e ha fatto una battuta sul San Lorenzo, la squadra del cuore di Francesco, prima di donargli una maglia di calcio con i colori della Palestina.

Nel momento dello scambio di doni, Abbas ha presentato al Papa cinque regali: un’icona antica con il volto di Gesù, una pietra del Golgota presa dalla chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, un dvd con la documentazione sulla ristrutturazione in atto della basilica della Natività, un libro dal titolo «Palestine and the Holy See» sulle relazioni diplomatiche tra i due Paesi e un’icona dorata della Sacra Famiglia.

Il Papa, a sua volta, ha donato al presidente della Palestina la medaglia dell’Anno giubilare appena trascorso e «due miei scritti; sull’amore e la famiglia e sulla custodia del creato», cioè l’Amoris Laetitia e la Laudato si’ in arabo. L’incontro di oggi avviene dopo l’avvio dell’Accordo globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina del 26 giugno 2015 e contestualmente all’apertura dell’ambasciata di Palestina presso la Santa Sede, inaugurata oggi dal presidente palestinese – subito dopo l’udienza – in via di Porta Angelica, a due passi dal colonnato di San Pietro.

Papa Francesco e il presidente palestinese Mahmoud Abbas si sono «soffermati sul processo di pace» in Medio oriente, esprimendo la speranza che «si possano riprendere i negoziati diretti tra le parti per giungere alla fine della violenza che causa inaccettabili sofferenze alle popolazioni civili e ad una soluzione giusta e duratura». È quanto si legge in un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede a proposito dell’udienza di oggi. A tale scopo, prosegue il comunicato, «si è auspicato che, con il sostegno della comunità internazionale, si intraprendano misure che favoriscano la reciproca fiducia e contribuiscano a creare un clima che permetta di prendere decisioni coraggiose in favore della pace». Particolare «attenzione – prosegue la nota – è stata» dedicata «agli altri conflitti che affliggono la Regione».

Ancora, il Papa e Abbas hanno «ricordato l’importanza della salvaguardia del carattere sacro dei Luoghi Santi per i credenti di tutte e tre le religioni abramitiche». Durante il colloquio si sono rilevati inoltre «i buoni rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Palestina, suggellati dall’Accordo globale del 2015, che riguarda aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa nella società palestinese». In tale contesto, si è ricordato «l’importante contributo dei cattolici in favore della promozione della dignità umana e in aiuto dei più bisognosi, particolarmente nei campi dell’educazione, della salute e dell’assistenza».