Vita Chiesa

Papa Francesco e Papa Tawadros II: firmata Dichiarazione congiunta

«In obbedienza all’opera dello Spirito Santo, che santifica la Chiesa, la mantiene lungo la storia e la conduce verso la piena unità, quell’unità per cui Gesù Cristo ha pregato, oggi noi, Papa Francesco e Papa Tawadros II […] dichiariamo reciprocamente che noi, con un cuore e una mente sola, cercheremo sinceramente di non ripetere il battesimo che è stato somministrato in una delle nostre Chiese per qualsiasi persona che voglia unirsi all’altra». È quanto si legge al punto 11 della Dichiarazione congiunta che è stata firmata al termine della visita di papa Francesco a papa Tawadros II, nel Patriarcato Copto-Ortodosso del Cairo.

La Dichiarazione si apre con un’affermazione di gioia e gratitudine per l’incontro di oggi: «Noi, Francesco, vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, e Tawadros II, papa di Alessandria e patriarca della Sede di san Marco, rendiamo grazie a Dio nello Spirito Santo per averci concesso la gioiosa opportunità d’incontrarci di nuovo, di scambiare un abbraccio fraterno e di unirci ancora nella preghiera comune».

Nel testo si ricorda la Dichiarazione di Shenouda III e Paolo VI che nel 1973 ha aperto la via del dialogo e la decisione presa nel 2013 di stabilire una Giornata per l’amicizia e la fraternità tra le due Chiese. E al punto 7, Francesco e Tawadros esortano le loro Chiese a «cooperare in molte aree e dimostrare in modo tangibile la grande ricchezza che già ci unisce. Possiamo testimoniare insieme valori fondamentali come la santità e la dignità della vita umana, la sacralità del matrimonio e della famiglia, e il rispetto per tutta la creazione, affidata a noi da Dio. Di fronte a molte sfide contemporanee quali la secolarizzazione e la globalizzazione dell’indifferenza, siamo chiamati ad offrire una risposta condivisa basata sui valori del Vangelo e sui tesori delle nostre rispettive tradizioni».

La preghiera congiunta con Tawadros II al muro dei martiri copti. Una processione, con un canto pasquale, la deposizione di una corona di fiori e l’accensione di un cero: sono stati questi i momenti più salienti che hanno scandito la preghiera di Papa Francesco, di Tawadros, di Bartolomeo I, al muro dei martiri nella chiesa di san Pietro, nel quartiere di al-Abassiya, dove lo scorso 11 dicembre persero la vita 29 persone in seguito a un attacco terroristico. Quel giorno i corpi dei feriti e dei morti furono trasportati dall’interno della Chiesa a ridosso di un muro fuori la Chiesa che rimase intriso del loro sangue. Oggi davanti a quel muro è stato posto un vetro di protezione e quel luogo è diventato meta di pellegrinaggio e di preghiera, un vero e proprio «muro dei martiri». La lettura, a più voci dei patriarchi, del Vangelo di Marco, in cui sono risuonate le Beatitudini, ha fatto da sfondo alla preghiera cui hanno partecipato anche esponenti di altre Confessioni cristiane. Dopo il Vangelo sono seguite le preghiere spontanee di Papa Francesco che ha chiesto di benedire «i fratelli vescovi presenti, tutti i fratelli cristiani. Portaci lungo il cammino della carità nella grazia dell’Eucarestia». Da Tawadros è giunto il ringraziamento a Dio «per la grazia di questo giorno e per la presenza del fratello Francesco e degli atri patriarchi». Tawadros ha pregato anche «per i martiri di questa Chiesa e per l’Egitto». Dopo la lettura del Vangelo i patriarchi si sono scambiati un gesto di pace. Il canto del Padre Nostro è stato il preludio alla processione verso l’esterno della Chiesa. Fuori il Papa ha acceso una candela posta poi ai piedi del muro dei martiri, lasciando a terra un mazzo di fiori. Lo stesso hanno fatto i patriarchi presenti.