Vita Chiesa

Papa Francesco: genocidio Armeni frutto delle «tenebre» che vogliono annientare il fratello

«Come dice il Vangelo – ha spiegato Francesco – dall’intimo del cuore dell’uomo possono scatenarsi le forze più oscure, capaci di giungere a programmare sistematicamente l’annientamento del fratello, a considerarlo un nemico, un avversario, o addirittura individuo privo della stessa dignità umana». Ma per i credenti, ha proseguito, «la domanda sul male compiuto dall’uomo introduce anche al mistero della partecipazione alla Passione redentrice: non pochi figli e figlie della nazione armena furono capaci di pronunciare il nome di Cristo sino all’effusione del sangue o alla morte per inedia nell’esodo interminabile cui furono costretti».

«È importante fare memoria del passato, ma per attingere da esso linfa nuova per alimentare il presente con l’annuncio gioioso del Vangelo e con la testimonianza della carità». Nel discorso rivolto al Sinodo patriarcale della Chiesa armeno-cattolica Francesco ha ricordato che «le pagine sofferte della storia del vostro popolo continuano, la passione di Gesù, ma in ciascuna di esse è posto il germoglio della sua Resurrezione». «Non venga meno in voi Pastori l’impegno di educare i fedeli laici a saper leggere la realtà con occhi nuovi, per giungere a dire ogni giorno», l’invito del Papa: «Il mio popolo non è soltanto quello dei sofferenti per Cristo, ma soprattutto dei risorti in Lui». Il Santo Padre ha incoraggiato, in particolare, «a sostenere il cammino di formazione permanente dei sacerdoti e delle persone consacrate. Essi sono i vostri primi collaboratori: la comunione tra loro e voi sarà rafforzata dall’esemplare fraternità che essi potranno scorgere in seno al Sinodo e col Patriarca».

Poi un «pensiero riconoscente a quanti si adoperarono per recare qualche sollievo al dramma dei vostri antenati», e in particolare a Papa Benedetto XV, «che intervenne presso il Sultano Mehmet V per far cessare i massacri degli armeni». «Questo Pontefice fu grande amico dell’Oriente cristiano», ha affermato il Papa: «Egli istituì la Congregazione per le Chiese Orientali e il Pontificio Istituto Orientale, e nel 1920 iscrisse Sant’Efrem il Siro tra i Dottori della Chiesa Universale». «Sono lieto che questo nostro incontro avvenga alla vigilia dell’analogo gesto che domenica avrò la gioia di compiere con la grande figura di San Gregorio di Narek», ha aggiunto Francesco riferendosi alla celebrazione di domenica prossima. «Alla sua intercessione – ha concluso – affido specialmente il dialogo ecumenico tra la Chiesa Armeno-Cattolica e la Chiesa Armeno-Apostolica, memori del fatto che cento anni fa come oggi, il martirio e la persecuzione hanno già realizzato l’ecumenismo del sangue».