Vita Chiesa

Papa Francesco: i consacrati sono un «capitale spirituale»

Il Pontefice ha incoraggiato, perciò, i pastori «a manifestare una speciale sollecitudine nel promuovere» nelle Chiese «i differenti carismi, sia antichi che nuovi» e a «essere vicini ai consacrati, con tenerezza e amore, e insegnare al Popolo di Dio il valore della vita consacrata». Dato che «sia prima che dopo il Concilio Vaticano II sono sorti e continuano a sorgere diversi istituti di vita consacrata», perché «lo Spirito non cessa di soffiare dove vuole e quando vuole», il Santo Padre ha invitato i vescovi, «nel momento di erigere un nuovo istituto», a non essere «semplicisti» perché, in tale scelta, «si assumono una responsabilità a nome della Chiesa universale, dal momento che tale istituto sarà destinato a crescere e ad uscire dai confini della diocesi che lo ha visto nascere». Ai consacrati, invece, Francesco ha ricordato che «la giusta autonomia e l’esenzione non si possono confondere con l’isolamento e l’indipendenza». I consacrati, infatti, «non sono ‘un patrimonio chiuso’, ma ‘una sfaccettatura integrata nel corpo della Chiesa, attratta verso il centro, che è Cristo’». La Chiesa particolare «non risponderebbe pienamente a ciò che Gesù ha desiderato per la sua Chiesa, se fosse priva della vita consacrata, la quale fa parte della sua struttura essenziale». È per tale motivo che, alla luce del Concilio Vaticano II, «oggi parliamo di coessenzialità dei doni gerarchici e dei doni carismatici, che fluiscono dall’unico Spirito di Dio e alimentano la vita della Chiesa e la sua azione missionaria».

«Voi svolgete un ruolo importante nelle mutue relazioni tra i pastori e i consacrati», ha detto Francesco. «So – ha aggiunto – che questo tema sarà studiato durante il presente convegno; ma nel Sinodo del ’94 è stato chiesto di rivedere l’Istruzione Mutuae relationes: siamo un pochettino in ritardo! Attualmente esso è oggetto di una specifico studio della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica e della Congregazione per i vescovi, alle quali ho chiesto la rielaborazione del documento Mutuae relationes». Si tratta, ha spiegato il Pontefice, «di approfondire il valore della reciprocità che impegna i pastori e i consacrati». Infatti, «non esistono relazioni mutue lì dove alcuni comandano e altri si sottomettono, per paura o convenienza. Vi sono invece relazioni mutue dove si coltiva il dialogo, il rispettoso ascolto, la reciproca ospitalità, l’incontro e la conoscenza, la ricerca condivisa della verità, il desiderio di fraterna collaborazione per il bene della Chiesa, che è ‘casa di comunione’». Per il Santo Padre, «tutto questo è responsabilità sia dei pastori sia dei consacrati. Tutti siamo chiamati, in questo senso, ad essere ‘pontefici’, costruttori di ponti. Il nostro tempo richiede comunione nel rispetto delle diversità. Non abbiamo paura della diversità che proviene dallo Spirito».

«Una speciale attenzione alle sorelle contemplative». L’ha chiesta stamattina Papa Francesco ai partecipanti al convegno internazionale per vicari episcopali e delegati per la vita consacrata. Per il Pontefice, infatti, questa «forma di sequela Christi», radicata «nel silenzio della clausura», rappresenta nella Chiesa e per la Chiesa il «cuore orante, custode di gratuità e di ricca fecondità apostolica», che genera «frutti preziosi di grazia e di misericordia» e di «multiforme santità». La Chiesa, anche la Chiesa particolare, ha affermato il Santo Padre, ha bisogno di questi «fari che indicano la rotta per giungere al porto», di queste «fiaccole che accompagnano il cammino degli uomini e delle donne nella notte oscura del tempo», di queste «sentinelle del mattino che annunciano il sorgere del sole». Di qui l’invito: «Accompagnatele con affetto fraterno, trattandole sempre come donne adulte, rispettando le competenze loro proprie, senza indebite interferenze». «Focalizzare tutta l’attenzione su un solo elemento, per importante che possa essere – ha evidenziato Francesco -, come è il caso della clausura o quello dell’autonomia, potrebbe condurre a uno squilibrio vitale che avrebbe tristi conseguenze per la vita di queste sorelle». Il Papa ha, infine, esortato: «Amate la vita consacrata e a tal fine fate in modo di conoscerla in profondità. Costruite mutue relazioni a partire dall’ecclesiologia di comunione, dal principio della coessenzialità, dalla giusta autonomia che compete ai consacrati».