Vita Chiesa

Papa Francesco in Cile: preghiera sulla tomba del «vescovo dei poveri»

L’aereo papale è atterrato all’aeroporto internazionale di Santiago del Cile alle 19.30 circa locali (le 23.30 ora italiana), dove per la cerimonia di benvenuto, senza discorsi, è stato accolto dal presidente della Repubblica del Cile, Michelle Bachelet Jeria – con la quale ha chiacchierato a lungo amabilmente – dal presidente del Senato Andrés Zaldivar, dal presidente della Camera dei Deputati Fidel Espinoza, dal presidente della Corte Suprema Haroldo Brito, dal ministro degli Esteri Heraldo Muñoz e dall’ambasciatore del Cile presso la Santa Sede Mariano Fernandez. Erano presenti inoltre il card. Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago del Cile, e il presidente della Conferenza episcopale cilena, mons. Santiago Silva Retamales.

Dopo l’omaggio floreale di due bambini in abito tradizionale, gli onori militari e la presentazione delle delegazioni, il Papa si è trasferito in auto alla nunziatura apostolica di Santiago del Cile, distante 24 chilometri dall’aeroporto. Prima di raggiungerla, ha compiuto però una breve sosta alla parrocchia San Luis Beltrán, di Pudahuel – il primo «fuori programma» del viaggio – per raccogliersi in preghiera sulla tomba di mons. Enrique Alvear Urrutia, uno dei vescovi più amati e ricordati dal popolo cileno, che lo denominò «vescovo dei poveri». In questa chiesa di periferia, Francesco si è intrattenuto con il parroco ed è stato acclamato dalla folla festante che lo salutava con fazzoletti colorati, come ha fatto del resto durante tutto l’ultimo tratto, compiuto in «papamobile», verso la nunziatura apostolica di Santiago, che si trova nel settore orientale della capitale, nel comune di Providencia. Papa Francesco visita il Cile 28 anni dopo la dittatura di Pinochet. Non mancherà, nella tappa cilena del 22° viaggio apostolico, un incontro con due vittime della dittatura, che il 18 gennaio gli consegneranno una lettera. Durante il viaggio in aereo, il Papa ha sorvolato anche l’Argentina, inviando saluti di cuore «alla gente della mia terra», alla quale ha assicurato le sue benedizioni e ha chiesto di pregare per lui.