Vita Chiesa

Papa Francesco in parrocchia romana: Preghiera «antidoto contro odio e guerre che iniziano in famiglia»

«Niente vendetta», ha ammonito Francesco durante l’omelia pronunciata a braccio: «Me l’hai fatta: me la pagherai! Questo è cristiano? No. ‘Me la pagherai’ non entra nel linguaggio di un cristiano. Niente vendetta. Niente rancore. ‘Ma quello mi rende la vita impossibile!…’. ‘Quella vicina di là sparla di me tutti i giorni! Anch’io sparlerò di lei…’. No. Cosa dice il Signore? ‘Prega per lei’ – ‘Ma per quella devo pregare io?’ – ‘Sì, prega per lei’. È il cammino del perdono, del dimenticare le offese. Ti danno uno schiaffo sulla guancia destra? Porgigli anche l’altra. Il male lo si vince con il bene, il peccato lo si vince con questa generosità, con questa forza». «È brutto il rancore», ha detto Francesco: «Tutti sappiamo che non è una cosa piccola. Le grandi guerre noi vediamo nei telegiornali, sui giornali, questo massacro di gente, di bambini… quanto odio!, ma è lo stesso odio – è lo stesso! – che tu hai nel tuo cuore per quello, per quella o per quel parente tuo o per tua suocera o per quell’altro, lo stesso. Quello è ingrandito, ma è lo stesso. Il rancore, la voglia di vendicarmi: ‘Me la pagherai!’, questo non è cristiano». «Perdonare, nel mio cuore: questa è la strada della santità, e questo allontana dalle guerre», ha assicurato il Papa: «Se tutti gli uomini e le donne del mondo imparassero questo, non ci sarebbero le guerre».

«La guerra incomincia nell’amarezza, nel rancore, nella voglia di vendetta, di farla pagare. Ma questo distrugge famiglie, distrugge amicizie, distrugge quartieri, distrugge tanto», ha detto ancora, parlando a braccio, nell’omelia tutta incentrata sull’imperativo di Gesù: «Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano». «Pregare per quello che mi fa del male?», l’obiezione. «Sì, perché cambi vita, perché il Signore lo perdoni», la risposta. «Questa è la magnanimità di Dio, il Dio magnanimo, il Dio dal cuore grande, che tutto perdona, che è misericordioso», ha spiegato Francesco: «Se Lui è misericordioso, se lui è santo, se lui è perfetto, noi dobbiamo essere misericordiosi, santi e perfetti come lui. Questa è la santità. Un uomo e una donna che fanno questo, meritano di essere canonizzati: diventano santi. Così semplice è la vita cristiana».

«Tutti abbiamo dei nemici», le parole del Papa: «Tutti sappiamo che quello o quella sparla di me, tutti lo sappiamo. E tutti sappiamo che quello o quella mi odia». «Prenditi un minuto, rivolgiti a Dio Padre: ‘Quello o quella è Tuo figlio, è Tua figlia: cambia il suo cuore. Benedicilo, benedicila’», il suggerimento di Francesco: «Questo si chiama pregare per quelli che non ci vogliono bene, per i nemici. Si può fare con semplicità. Forse il rancore rimane; forse il rancore rimane in noi, ma noi stiamo facendo lo sforzo per andare sulla strada di questo Dio che è così buono, misericordioso, santo e perfetto che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni: è per tutti, è buono per tutti. Dobbiamo essere buoni per tutti. E pregare per quelli che non sono buoni, per tutti».

«Noi preghiamo per quelli che ammazzano i bambini nella guerra? È difficile, è molto lontano, ma dobbiamo imparare a farlo. Perché si convertano», l’invito del Papa: «Noi preghiamo per quelle persone che sono più vicine a noi e ci odiano o ci fanno del male? ‘Eh, Padre, è difficile! Io avrei voglia di stringergli il collo!’ – Prega. Prega perché il Signore cambi loro la vita». «La preghiera è un antidoto contro l’odio, contro le guerre, queste guerre che incominciano a casa, che incominciano nel quartiere, che incominciano nelle famiglie», la tesi di Francesco: «Pensate soltanto alle guerre nelle famiglie per l’eredità: quante famiglie si distruggono, si odiano per l’eredità. Pregare perché ci sia la pace. E se io so che qualcuno mi vuole male, non mi vuole bene, devo pregare specialmente per lui. La preghiera è potente, la preghiera vince il male, la preghiera porta la pace».