Vita Chiesa

Papa Francesco: lunedì apre colloquio su «complementarietà uomo-donna»

L’importante evento durerà tre giorni ed è promosso da quattro dicasteri vaticani: la Congregazione per la Dottrina della fede e i Pontifici Consigli per la Famiglia, Dialogo interreligioso e Unità dei cristiani. Introdurrà i lavori il cardinale Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede.

Si tratta di un raduno di studiosi e leader religiosi, ebrei, cristiani, musulmani e di altre confessioni – si legge in un comunicato degli organizzatori – «al fine di proporre di nuovo la bellezza della naturale unione dell‘uomo e della donna nel matrimonio». I relatori svilupperanno vari aspetti di questa complementarità «per sostenere e rinvigorire il matrimonio e la vita familiare». Ci saranno anche dei testimoni che «attingeranno alla saggezza della loro tradizione religiosa e dall‘esperienza culturale per dare testimonianza alla forza e alla vitalità della complementarità dell‘uomo e della donna». Papa Francesco era intervenuto sul tema della complementarietà uomo-donna l’11 aprile scorso, incontrando la delegazione dell‘Ufficio internazionale cattolico dell‘infanzia (Bice).

In quell’occasione, il Pontefice aveva ribadito «il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva». «Ciò comporta al tempo stesso – aveva proseguito – sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli». E a questo proposito aveva espresso il suo «rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini».

«Con i bambini e i giovani – aveva esclamato Bergoglio – non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX – aveva detto con forza – non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del ‘pensiero unico’». E citando la frase di un grande educatore, che si riferiva a progetti concreti di educazione, concludeva: «A volte, non si sa se con questi progetti … si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione».