Vita Chiesa

Papa Francesco: messa delle Palme, “Giovani, guardate ai veri eroi, non sono quelli che hanno fama, soldi, successo”

“Cari amici, guardate ai veri eroi, che in questi giorni vengono alla luce”, l’invito del Papa alla fine dell’omelia, pronunciata in una piazza San Pietro vuota a causa della pandemia in atto e trasmessa in diretta streaming: “Non sono quelli che hanno fama, soldi e successo, ma quelli che danno sé stessi per servire gli altri. Sentitevi chiamati a mettere in gioco la vita. Non abbiate paura di spenderla per Dio e per gli altri, ci guadagnerete! Perché la vita è un dono che si riceve donandosi. E perché la gioia più grande è dire sì all’amore, senza se e senza ma. Dire sì all’amore senza se e senza ma. Come ha fatto Come Gesù per noi”.

Ma l’omelia del Santo Padre è stata molto più lunga e articolata. “Dio ci ha salvati servendoci”. Lo ha ricordato il Papa, nell’omelia della Messa della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, che coincide anche con la XXXV Giornata mondiale della Gioventù, quest’anno a livello diocesano, sul tema: “Giovane, dico a te, alzati!” (cfr. Lc 7,14). Nella prima Domenica delle Palme trasmessa in diretta streaming e celebrata nella basilica di San Pietro, con la piazza vuota – come era vuota quella del 27 marzo scorso, durante la supplica per la fine della pandemia di Covid-19 – Francesco ha fatto notare che “in genere pensiamo di essere noi a servire Dio”. “No, è Lui che ci ha serviti gratuitamente, perché ci ha amati per primo”, l’obiezione: “È difficile amare senza essere amati. Ed è ancora più difficile servire se non ci lasciamo servire da Dio”. “Ma in che modo ci ha servito il Signore?”, si è chiesto il Papa: “Dando la sua vita per noi. Gli siamo cari e gli siamo costati cari”, la risposta. Poi la citazione di Santa Angela da Foligno, che testimoniò di aver sentito da Gesù queste parole: “Non ti ho amata per scherzo”. “Il suo amore lo ha portato a sacrificarsi per noi, a prendere su di sé tutto il nostro male”, ha commentato Francesco: “È una cosa che lascia a bocca aperta: Dio ci ha salvati lasciando che il nostro male si accanisse su di Lui. Senza reagire, solo con l’umiltà, la pazienza e l’obbedienza del servo, esclusivamente con la forza dell’amore”. “E il Padre ha sostenuto il servizio di Gesù”, ha sottolineato il Papa: “Non ha sbaragliato il male che si abbatteva su di Lui, ma ha sorretto la sua sofferenza, perché il nostro male fosse vinto solo con il bene, perché fosse attraversato fino in fondo dall’amore. Fino in fondo”.

“Il Signore ci ha serviti fino a provare le situazioni più dolorose per chi ama: il tradimento e l’abbandono”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa della Domenica delle Palme, la prima celebrata in una piazza San Pietro vuota a causa delle misure restrittive per la pandemia in atto, con i fedeli di tutto il mondo che la seguono grazie alla diretta streaming. “Gesù ha subito il tradimento del discepolo che l’ha venduto e del discepolo che l’ha rinnegato”, ha ricordato Francesco: “È stato tradito dalla gente che lo osannava e poi ha gridato: ‘Sia crocifisso!’. È stato tradito dall’istituzione religiosa che l’ha condannato ingiustamente e dall’istituzione politica che si è lavata le mani”. “Pensiamo ai piccoli o grandi tradimenti che abbiamo subito nella vita”, ha attualizzato il Papa: “È terribile quando si scopre che la fiducia ben riposta viene ingannata. Nasce in fondo al cuore una delusione tale, per cui la vita sembra non avere più senso. Questo succede perché siamo nati per essere amati e per amare, e la cosa più dolorosa è venire traditi da chi ha promesso di esserci leale e vicino. Non possiamo nemmeno immaginare come sia stato doloroso per Dio, che è amore”. “Guardiamoci dentro”, l’invito: “Se siamo sinceri con noi stessi, vedremo le nostre infedeltà. Quante falsità, ipocrisie e doppiezze! Quante buone intenzioni tradite! Quante promesse non mantenute! Quanti propositi lasciati svanire!”. “Il Signore conosce il nostro cuore meglio di noi, sa quanto siamo deboli e incostanti, quante volte cadiamo, quanta fatica facciamo a rialzarci e quant’è difficile guarire certe ferite”, ha commentato Francesco: “Ci ha guariti prendendo su di sé le nostre infedeltà, togliendoci i nostri tradimenti. Così che noi, anziché scoraggiarci per la paura di non farcela, possiamo alzare lo sguardo verso il Crocifisso, ricevere il suo abbraccio e dire: ‘Ecco, la mia infedeltà è lì, l’hai presa Tu, Gesù. Mi apri le braccia, mi servi col tuo amore, continui a sostenermi… Allora vado avanti!’.

Gesù, sulla Croce, ha sperimentato l’abbandono “perché quando ci sentiamo con le spalle al muro, quando ci troviamo in un vicolo cieco, senza luce e via di uscita, quando sembra che perfino Dio non risponda, ci ricordiamo di non essere soli”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Messa della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, celebrata per la prima volta in una piazza San Pietro vuota e trasmessa in diretta streaming a causa dell’emergenza coronavirus, ha affermato: “Gesù ha provato l’abbandono totale, la situazione a Lui più estranea, per essere in tutto solidale con noi. L’ha fatto per me, per te, per tutti noi. L’ha fatto per dirci: ‘Non temere, non sei solo. Ho provato tutta la tua desolazione per essere sempre al tuo fianco’. Ecco fin dove ci ha serviti Gesù, calandosi nell’abisso delle nostre sofferenze più atroci, fino al tradimento e all’abbandono”. “Oggi, nel dramma della pandemia, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: ‘Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene’”, l’annuncio pasquale di Francesco, a commento della frase di Gesù ascoltata nel Vangelo di oggi: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. “È una frase forte”, ha commentato il Papa: “Gesù aveva sofferto l’abbandono dei suoi, che erano fuggiti. Ma gli rimaneva il Padre. Ora, nell’abisso della solitudine, per la prima volta lo chiama col nome generico di ‘Dio’. E gli grida ‘a gran voce’ il ‘perché?’ più lacerante: ‘Perché anche Tu mi hai abbandonato?’. Sono in realtà le parole di un Salmo: ci dicono che Gesù ha portato in preghiera anche la desolazione estrema. Ma resta il fatto che l’ha provata: ha provato l’abbandono più grande, che i Vangeli testimoniano riportando le sue parole originali: Elì, Elì, lemà sabactàni? Perché tutto questo? Ancora una volta per noi, per servirci”.

“Non tradire quello per cui siamo stati creati, non abbandonare ciò che conta. Siamo al mondo per amare Lui e gli altri. Il resto passa, questo rimane”. E’ la consegna del Papa, nella parte centrale dell’omelia della Messa della Domenica delle Palme, la prima in una piazza San Pietro vuota, trasmessa in diretta streaming a causa delle misure restrittive per l’emergenza sanitaria in corso. “Il dramma che stiamo attraversando ci spinge a prendere sul serio quel che è serio, a non perderci in cose di poco conto; a riscoprire che la vita non serve se non si serve”, l’imperativo di Francesco: “Perché la vita si misura sull’amore”. “In questi giorni santi, a casa – l’invito per la Settimana Santa che comincia oggi, la prima che passiamo in isolamento forzato nelle nostre case – stiamo davanti al Crocifisso – guardate, guardate il Crocifisso! – che è la misura dell’amore di Dio per noi. Davanti a Dio che ci serve fino a dare la vita, chiediamo la grazia di vivere per servire. Cerchiamo di contattare chi soffre, chi è solo e bisognoso. Non pensiamo solo a quello che ci manca, pensiamo al bene che possiamo fare. Ecco il mio servo che io sostengo. Il Padre, che ha sostenuto Gesù nella Passione, incoraggia anche noi nel servizio”.