Vita Chiesa

Papa Francesco: no a “fake news”, sì a “inclusione digitale”

“L’uso dei media digitali, specialmente i social media, ha fatto sorgere un numero di serie questioni etiche che richiedono saggezza e discernimento da parte dei comunicatori e di tutti coloro che sono preoccupati dell’autenticità e della qualità delle relazioni umane”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio inviato ai partecipanti al Signis World Congress 2022, in programma presso la Sogang University di Seoul dal 15 al 18 agosto sul tema “Pace nel mondo digitale”, fa notare come “a volte e in alcuni luoghi i siti dei media sono diventati luoghi di tossicità, discorsi d’odio e fake news”: in questo ambito, Signis “può giocare un ruolo importante attraverso l’educazione ai media, mettendo in rete i media cattolici e contrastando bugie e disinformazione”. Di qui l’incoraggiamento di Francesco “a perseverare in questi sforzi, prestando particolare attenzione al bisogno di assistere le persone, specialmente i giovani, nello sviluppare un senso critico, imparando a distinguere la verità dalla falsità, la ragione dal torto, il bene dal male, e ad apprezzare l’importanza di lavorare per la giustizia, la concordia sociale e il rispetto del bene comune”. Fare dell’”inclusione digitale” una priorità, l’altro invito del Papa, in modo da “diffondere una cultura della pace” attraverso “l’apostolato dell’ascolto”.

“In questi giorni segnati dal nuovo irrompere della violenza e dell’aggressione nel nostro mondo – scrive Francesco – è significativo che voi abbiate scelto come tema del vostro congresso mondiale ‘pace nel mondo digitale’”. Secondo il Papa, infatti, “la rivoluzione digitale degli ultimi decenni ha dato prova di essere un mezzo potente per promuovere la comunione e il dialogo all’interno della nostra famiglia umana”. “Durante i mesi del lockdown dovuto alla pandemia – l’analisi di Francesco – abbiamo visto chiaramente come i media digitali possono unirci, non soltanto diffondendo informazioni essenziali, ma anche creando ponti nella solitudine e nell’isolamento e, in monti casi, unendo intere famiglie e comunità ecclesiale nella preghiera e nel servizio”.