Vita Chiesa

Papa Francesco: «no a indottrinamento gender, ma accogliere tutti come farebbe Gesù»

«La guerra distrugge sempre, con la guerra si perde tutto!». Lo ha ribadito ieri sera il Papa, nella conferenza stampa in aereo con i giornalisti, sul volo di ritorno dall’Azerbaijan (testo integrale). «Pregare per la pace perché questi cuori prendano questo cammino di dialogo, di negoziato o di andare a un tribunale internazionale», l’auspicio di Francesco, che rispondendo alle domande dei giornalisti ha definito il patriarca Ilia II «un uomo di Dio», che lo ha «commosso». Poi ha indicato la via dell’ecumenismo: «Pregare gli uni per gli altri. Questo è importantissimo: la preghiera. E secondo, fare cose insieme: ci sono i poveri, lavoriamo insieme con i poveri; c’è questo e questo problema, possiamo farlo insieme? Lo facciamo insieme; ci sono i migranti? Facciamo insieme cose… Facciamo le cose del bene per gli altri. Insieme. Questo possiamo farlo. E questo è il cammino dell’ecumenismo». Sulle questioni tra Armenia e Azerbaigian ha invocato un «dialogo sincero» e per non cadere nella via della «guerra» ha parlato del «coraggio di andare presso un Tribunale internazionale» come quello dell’Aia.

Nella sua «vita di sacerdote, di vescovo e anche di Papa», Francesco ha accompagnato persone con tendenza e con pratica omosessuali. Lo ha rivelato ieri sera lui stesso ai giornalisti. «Quando una persona che ha questa condizione arriva davanti a Gesù, Gesù non gli dirà sicuramente: ‘Vattene via perché sei omosessuale!’», le parole del Papa, che è tornato a condannare ancora una volta con fermezza l’ideologia gender, la «cattiveria» dell’indottrinamento e quelle forme che chiama «colonizzazioni ideologiche». Poi ha parlato di un ragazzo spagnolo che ha cambiato sesso: «Le tendenze o gli squilibri ormonali danno tanti problemi e dobbiamo essere attenti a non dire: ‘Ma, tutto è lo stesso, facciamo festa’. No, questo no. Ma ogni caso accoglierlo, accompagnarlo, studiarlo, discernere e integrarlo». Questo – ha affermato – «è quello che farebbe Gesù oggi». Poi una battuta: «Per favore, non dite: ‘Il Papa santificherà i trans!». «Voglio essere chiaro», ha proseguito: «È un problema di morale. È un problema umano. E si deve risolvere come si può, sempre con la misericordia di Dio, con la verità, come abbiamo parlato nel caso del matrimonio, leggendo tutta l’Amoris Laetitia, ma sempre così, ma sempre con il cuore aperto».

Francesco è tornato anche sul tema del divorzio, delle famiglie ferite e dell’attacco alla famiglia: «L’immagine di Dio non è l’uomo: è l’uomo con la donna. Insieme. Che sono una sola carne quando si uniscono in matrimonio. Questa è la verità. È vero che in questa cultura i conflitti e tanti problemi non ben gestiti e anche filosofie di oggi, faccio questo, quando mi stanco ne faccio un altro, poi ne faccio un terzo, poi ne faccio un quarto, è questa guerra mondiale che lei dice contro il matrimonio. Dobbiamo essere attenti a non lasciare entrare in noi queste idee». Centrale per Francesco è la «misericordia». Esortando alla lettura integrale dell’Amoris Laetitia, ha ricordato «che esiste il peccato, la rottura, ma anche la cura, la misericordia, la redenzione». Quattro i criteri per risolvere i problemi: «Accogliere le famiglie ferite, accompagnare, discernere ogni caso e integrare, rifare».

Arriverà «a breve» la data della visita «privata» ai terremotati in Centro Italia: una delle possibilità – ha detto il Papa – è la prima domenica di Avvento. Presto, l’altro annuncio di Francesco, saranno creati 13 nuovi cardinali «che apparterranno ai cinque continenti perché si veda l’universalità della Chiesa». Molti gli appuntamenti internazionali per il prossimo anno a partire dalla visita a Fatima, poi India e Bangladesh. Il Papa non ha confermato il viaggio in Africa né quello in Colombia, legato al processo di pace. Quanto alla Cina, Francesco ha spiegato: «I rapporti tra Vaticano e i cinesi, si deve fissare in un rapporto e di questo si sta parlando, lentamente… Ma le cose lente vanno bene, sempre. Le cose in fretta non vanno bene».

«Il popolo è sovrano». È la risposta del Papa ad una domanda dei giornalisti sulla campagna presidenziale negli Stati Uniti. Francesco ha poi sottolineato: «Quando succede che in un Paese qualsiasi ci sono due, tre, quattro candidati che non danno soddisfazione a tutti, significa che la vita politica di quel Paese forse è troppo politicizzata ma non ha tanta cultura politica».

Una dichiarazione dell’umanità per le vittime della guerra, delle bombe: bambini, invalidi, anziani, violenza, che «è un peccato contro Gesù Cristo». È l’auspicio del Papa per il conferimento del prossimo Premio Nobel per la pace. «La carne di quei bambini, di quella gente ammalata, di quegli anziani indifesi, è la carne di Cristo», ha affermato Francesco rispondendo ieri sera alle domande dei giornalisti durante il volo di ritorno dall’Azerbaijan: «Ma ci vorrebbe che l’umanità dicesse qualcosa per le vittime delle guerre».