Vita Chiesa

Papa Francesco: nomina mons. Gian Carlo Perego nuovo vescovo di Ferrara-Comacchio

Mons. Perego è nato a Vailate (Cremona) il 25 novembre 1960. Ha compiuto gli studi nel Seminario diocesano di Cremona, successivamente ha conseguito la licenza in Teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e nel 1996 si è laureato in Teologia nella Pontificia Università Gregoriana. È stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1984 ed è incardinato nella diocesi di Cremona. Mons. Perego è stato vicario parrocchiale di San Giuseppe al Cambonino dal 1984 al 1992; segretario particolare di monsignor Giulio Nicolini dal 1993 al 1994; direttore della Caritas diocesana dal 1997 al 2002; vicedirettore della Caritas nazionale e responsabile del Centro studi e dell’Archivio storico dal 2002 al 2009; dal 2009 è direttore generale della Fondazione «Migrantes».

È stato, inoltre, segretario particolare di monsignor Enrico Assi dal 1984 al 1992, insegnante nel Seminario diocesano di Cremona dal 1996 al 2002; docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore – Sede di Cremona dal 1996 al 2002; assistente diocesano del Meic dal 1997 al 2003 e assistente spirituale della Fuci dal 1997 al 2002. Dal 2009 è insegnante di Teologia dogmatica alla Lumsa e dal 2012 al 2016 è stato consultore del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Dal 30 aprile 2009 è Cappellano di Sua Santità. Ha pubblicato la sua tesi di laurea: «Un ministero tutto spirituale. La teologia del ministero ordinato nel giansenismo lombardo tra Illuminismo e Liberalismo (1755-1955)». È direttore della rivista «Migrantes» e ha dato alle stampe diversi articoli e scritti di altro genere.

«La bellezza artistica di questa città, ereditata dal Rinascimento, accompagnata dalla bellezza naturale, la bellezza umana di relazioni sociali, culturali, religiose rinnovate da nuovi incontri e legami con persone e popoli diversi, con un’attenzione preferenziale per i piccoli, i malati e i poveri, sapranno dare speranza e futuro alla città di Ferrara, di Comacchio e a tutte le nostre comunità del territorio diocesano. Le scelte di libertà, di responsabilità, di partecipazione della Chiesa di Ferrara-Comacchio, abbattendo i muri e nel rispetto dell’autonomia delle cose terrestri, saranno al servizio di questa rinnovata ‘bellezza’». Sono queste le prime parole che monsignor Gian Carlo Perego rivolge alla comunità di Ferrara-Comacchio dopo l’annuncio della sua nomina ad arcivescovo della diocesi. «Saluto e abbraccio la Chiesa di Ferrara-Comacchio, di cui la Provvidenza, attraverso la nomina di Papa Francesco, ha voluto che io fossi da oggi pastore e guida», scrive il neo arcivescovo, ricordando come negli ultimi secoli la Chiesa di Ferrara-Comacchio abbia avuto pastori della diocesi di origine di mons. Perego, e cioè quella di Cremona. Nel XIX secolo il card. Ignazio Giovanni Cadolini (1794-1850), amico dell’abate Gioberti, e nel XX secolo l’arcivescovo Natale Mosconi (1904-1988), amico di don Mazzolari e padre conciliare. «C’è una sorta di legame» tra la Chiesa di Cremona e quella di Ferrara-Comacchio, forse – si legge nel saluto – «generato dal comune corso del fiume Po e dalle meravigliose oasi naturali, che si mantiene nel tempo, quasi per generare uno scambio, oserei dire, di ragioni della fede e del cuore che caratterizzano la ricca storia di due comunità cristiane. È in questo flusso di fede e di grazia che mi inserisco oggi come pastore della Chiesa di Ferrara-Comacchio, perché la mia debolezza possa essere sostenuta, accompagnata, rafforzata nel cammino tra voi e con voi».

L’arcivescovo rivolge, quindi, un pensiero ai sacerdoti, ai diaconi, ai consacrati e alle consacrate, ai laici, ai giovani, ai malati. «A tutti voi – aggiunge -, chiedo un po’ di pazienza nei miei confronti, perché sappia entrare in questo cammino di Chiesa che mi consegna, quasi fosse un tesoro da porre in nuove mani, il confratello arcivescovo mons. Luigi Negri, che ringrazio fin da ora per la sua vicinanza». Un saluto mons. Perego rivolge anche all’arcivescovo emerito, mons. Paolo Rabitti. «Desidero salutare e abbracciare anche questa città di Ferrara, che credo imparerò ad amare come il mio paese di campagna dove sono cresciuto e diventato presbitero, Agnadello, e la mia città di Cremona dove ho vissuto la prima metà del mio ministero presbiterale prima di passare a Roma, al servizio della Conferenza episcopale italiana, in Caritas italiana e poi alla Fondazione Migrantes».