Vita Chiesa

Papa Francesco respinge le dimissioni del card. Marx, “continua come vescovo di Monaco e Frisinga”

“Se ti viene la tentazione di pensare che, nel confermare la tua missione e nel respingere le tue dimissioni, questo Vescovo di Roma (un tuo fratello che ti ama) non ti comprende, pensa a cosa deve aver provato Pietro di fronte al Signore quando, a modo suo, gli presentò la rinuncia: ‘allontanami da me che sono un peccatore’, e ascoltò la risposta: ‘pasci le mie pecorelle’”. Il riferimento del Santo Padre è alla parte finale della lettera del card. Marx, che terminava così: “Continuerò ad essere sacerdote e vescovo di questa Chiesa e ad impegnarmi a livello pastorale sempre e quando lo ritenga sensato e opportuno. Voglio dedicare gli anni futuri del mio servizio in modo più intenso alla cura pastorale e ad impegnarmi per un rinnovamento spirituale della Chiesa”.

“Tutta la Chiesa è in crisi a causa della piaga degli abusi; ma la Chiesa non può fare un passo avanti senza assumere questa crisi”, scrive il papa nella lettera in spagnolo diffusa oggi dalla Sala Stampa della Santa Sede.

“La politica dello struzzo non porta a niente” e neanche “i sociologismi e gli psicologismi” servono, prosegue Francesco: “Assumere la crisi, personalmente e comunitariamente, è l’unico cammino fecondo perché da una crisi non si esce se non in comunità e ricordando che da una crisi si esce o migliori o peggiori”. “Sono d’accordo con te nel qualificare come catastrofe la triste storia degli abusi sessuali e il modo di affrontarli, che ha trovato la Chiesa pronta solo da poco tempo”, scrive il Papa rivolgendosi al cardinale tedesco, e ribadisce: “Non si può rimanere indifferenti di fronte a questo crimine. Assumerlo presuppone mettersi in crisi”, ripete Francesco. Di qui la necessità di un “mea culpa” e di una riforma che rompa i “silenzi” e le “omissioni”.

“Abbiamo peccato”, scrive il Papa: “Non ci salveranno le inchieste né il potere dell’istituzione. Non ci salverà il prestigio della nostra Chiesa che tende a dissimulare i suoi peccati; non ci salverà né il potere del denaro né l’opinione dei media. Ci salverà aprire la porta all’Unico al quale possiamo confessare nella nostra nudità: ‘ho peccato’, ‘abbiamo peccato’”.