Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «I martiri non retrocedono» come i copti sgozzati in Libia

«Da codardi a coraggiosi, perché lo Spirito Santo era in loro»: con queste parole, pronunciate a braccio, Francesco ha commentato l’atteggiamento dei Dodici. «Lo stesso succede anche a noi», ha proseguito ancora fuori testo: «Se noi abbiamo dentro lo Spirito Santo, avremo il coraggio di andare avanti, il coraggio di vincere tante lotte. Non per noi, ma per lo Spirito Santo che è con noi». «Gli apostoli sono i megafoni dello Spirito Santo, inviati dal Risorto a diffondere con prontezza e senza esitazioni la Parola che dà salvezza», ha spiegato il Papa: «Non retrocedono nella loro marcia di testimoni intrepidi del Risorto, come i martiri di tutti i tempi, compresi i nostri». «I martiri non retrocedono», ha sottolineato Francesco, che poi ha citato un esempio a braccio, per attualizzare questo insegnamento: «Pensiamo a quattro anni fa, a quei copti ortodossi, cristiani veri, lavoratori, sulle spiagge della Libia. Tutti sono stati sgozzati, ma l’ultima parola che dicevano era: Gesù. Non avevano mai venduto la fede, perché c’era lo Spirito Santo con loro».

«La persecuzione dei cristiani è sempre lo stesso: le persone che non vogliono il cristianesimo si sentono minacciate e così portano alla morte i cristiani», ha spiegato, a braccio, il Papa, che ha citato l’esempio di Gamaliele, «un fariseo che sceglie di arginare la reazione dei suoi: uomo prudente, dottore della legge, stimato da tutto il popolo». «Ogni progetto umano può riscuotere dapprima consensi e poi naufragare, mentre tutto ciò che viene dall’alto e porta la firma di Dio è destinato a durare», la lezione di Gamaliele. «I progetti umani falliscono sempre, hanno un tempo come noi», ha commentato Francesco a braccio: «Pensate a tanti progetti politici, come cambiano da una parte e dall’altra, in tutti i Paesi. Pensate ai grandi imperi, alle dittature del secolo scorso: si sentivano potentissimi, di dominare il mondo, e poi sono crollati tutti. Pensate agli imperi di oggi: crolleranno, se Dio non è con loro, perché la forza che gli uomini hanno in se stessi non è duratura, soltanto la forza di Dio dura».

«Pensate anche alla storia della Chiesa, con tanti peccati, tanti scandali, tante cose brutte durante questi due secoli». È l’invito, fuori testo come gran parte dell’udienza di oggi, rivolto dal Papa ai 12mila presenti in piazza San Pietro, per spiegare il fallimento dei progetti umani, che hanno tutti un tempo limitato. «Perché non è crollata?», la domanda ancora a braccio di Francesco: «Perché Dio è lì. Noi siamo peccatori: a volte anche noi diamo scandali, ma sempre ci salva il Signore». Le parole di Gamaliele, citato nella catechesi come esempio dell’arte del discernimento, per Francesco «sono parole pacate e lungimiranti, permettono di vedere l’evento cristiano con una luce nuova e offrono criteri che ‘sanno di Vangelo’, perché invitano a riconoscere l’albero dai suoi frutti. Esse toccano i cuori e ottengono l’effetto sperato: gli altri membri del Sinedrio seguono il suo parere e rinunciano ai propositi di morte, cioè di uccidere gli apostoli». «Chiediamo allo Spirito Santo di agire in noi perché, sia personalmente sia comunitariamente, possiamo acquisire l’habitus del discernimento», l’auspicio del Papa: «Chiediamogli di saper vedere sempre l’unità della storia della salvezza attraverso i segni del passaggio di Dio in questo nostro tempo e sui volti di chi ci è accanto, perché impariamo che il tempo e i volti umani sono messaggeri del Dio vivente».

«Il prossimo 21 settembre, ricorre la Giornata mondiale dell’Alzheimer, una malattia che colpisce tanti uomini e donne, i quali, a causa di questa malattia, sono spesso vittime di violenza, maltrattamenti ed abusi che ne calpestano la dignità». Lo ha ricordato il Papa, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì in piazza San Pietro. «Preghiamo per la conversione dei cuori e per quanti sono colpiti dall’Alzheimer, per le loro famiglie e per coloro che se ne prendono amorevolmente cura», l’appello di Francesco: «Associo anche alla preghiera, il ricordo di quanti sono affetti da patologie tumorali, affinché siano anch’essi sempre più supportati, sia nella prevenzione che nella cura di questa malattia».

Auguri per la festa di San Matteo. Al termine dell’udienza di oggi, salutando i fedeli di lingua italiana, il Papa ha ricordato la festività liturgica di San Matteo, che ricorre sabato prossimo e che Francesco festeggerà ad Albano, con la celebrazione eucaristica del pomeriggio. «Imitate la sua disponibilità a seguire prontamente Gesù», l’invito ai 12mila fedeli in piazza. «Era attaccato ai soldi», ha proseguito a braccio il Papa a proposito della sua professione di esattore delle tasse: «È stato chiamato da Gesù, e lui ha lasciato tutti i soldi per seguire Gesù». Poco prima, salutando i fedeli polacchi, il Santo Padre aveva additato come esempio ai giovani san Stanislao Kostka: «Quel ragazzo da Vienna, raggiunse a piedi Roma per farsi gesuita. Dimostrò così che è necessario sacrificarsi tanto per seguire la voce della propria vocazione. È di esempio anche per quei giovani che, temendo la reazione dei propri famigliari, degli amici o degli altri, hanno paura di scegliere il cammino vocazionale al sacerdozio o alla vita religiosa». «Non abbiate paura di seguire la voce di Cristo!», l’invito ai giovani.