Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «Rinnovare gli impegni e chiedere la data del nostro battesimo»

«Mercoledì scorso ho chiesto di fare i compiti a casa – ha ricordato Francesco sempre a braccio – e ognuno di noi a ricordare il giorno del battesimo, in quale giorno sono stato battezzato. Io so che alcuni di voi lo sanno, altri no. Quelli che non lo sanno domandino ai parenti, ai padrini, alle madrine, qual è la data del mio battesimo», che «è una rinascita, è come se fosse il secondo compleanno». Il battesimo, ha detto il Papa riferendosi ai «gesti» e alle «parole della liturgia», è un «impegno sempre da riscoprire»: «Ne facciamo memoria nell’aspersione con l’acqua benedetta che si può fare la domenica all’inizio della Messa, come pure nella rinnovazione delle promesse battesimali durante la Veglia Pasquale. Quanto avviene nella celebrazione del battesimo suscita una dinamica spirituale che attraversa tutta la vita dei battezzati; è l’avvio di un processo che permette di vivere uniti a Cristo nella Chiesa». «Ritornare alla sorgente della vita cristiana ci porta a comprendere meglio il dono ricevuto nel giorno del nostro battesimo e a rinnovare l’impegno di corrispondervi nella condizione in cui oggi ci troviamo», ha spiegato Francesco.

Il battesimo «implica una risposta personale e non presa a prestito, con un copia e incolla». È il monito del Papa, che nella seconda catechesi dedicata al battesimo ha ricordato che «la vita cristiana infatti è intessuta di una serie di chiamate e di risposte: Dio continua a pronunciare il nostro nome nel corso degli anni, facendo risuonare in mille modi la sua chiamata a diventare conformi al suo Figlio Gesù». «È importante dunque il nome!», ha esclamato Francesco: «I genitori pensano al nome da dare al figlio già prima della nascita: anche questo fa parte dell’attesa di un figlio che, nel nome proprio, avrà la sua identità originale, anche per la vita cristiana legata a Dio». Nel rito di accoglienza, «viene chiesto il nome del candidato, perché il nome indica l’identità di una persona», ha fatto notare il Papa: «Quando ci presentiamo diciamo subito il nostro nome, così da uscire dall’anonimato». «L’anonimo è quello che non ha nome», ha aggiunto a braccio: «Senza nome si resta degli sconosciuti, senza diritti e doveri». Dio, invece, «chiama ciascuno per nome, amandoci singolarmente, nella concretezza della nostra storia», e il battesimo «accende la vocazione personale a vivere da cristiani, che si svilupperà in tutta la vita».

«La fede non si può comprare». «I nostri bambini sanno farsi il segno della croce bene?». A chiederlo, ancora una volta, ai fedeli presenti in piazza San Pietro è stato il Papa, che a proposito del segno della croce che nella liturgia del battesimo si fa sui bambini ha detto a braccio: «Vorrei tornare su un argomento del quale vi ho parlato. I nostri bambini sanno fare bene il segno della croce? Tante volte io ho visto bambini che non sanno fare il segno della croce. E voi, papà, mamme, nonni, padrini e madrine, dovete insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce, perché è ripetere quello che è stato fatto nel battesimo». «Insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce, da bambini», la consegna di Francesco: «Se lo imparano bene da bambini, lo faranno bene dopo da grandi». «La fede non si può comprare, ma chiedere sì, e ricevere in dono sì», ha ammonito inoltre il Papa, secondo il quale chiedere al Signore «che io abbia fede» è «una bella preghiera», perché «la fede è in dono, non si può comprare, si chiede». E il battesimo, ha spiegato Francesco, «è il Battesimo, è il sacramento di quella fede, con la quale gli uomini, illuminati dalla grazia dello Spirito Santo, rispondono al Vangelo di Cristo». «Se i catecumeni adulti manifestano in prima persona ciò che desiderano ricevere in dono dalla Chiesa, i bambini sono presentati dai genitori, con i padrini», ha ricordato il Papa a proposito del rito: «Il dialogo con loro, permette ad essi di esprimere la volontà che i piccoli ricevano il battesimo e alla Chiesa l’intenzione di celebrarlo. Espressione di tutto questo è il segno di croce, che il celebrante e i genitori tracciano sulla fronte dei bambini».

Fare il segno della croce anche in casa, con l’acqua benedetta. «La croce è il distintivo che manifesta chi siamo: il nostro parlare, pensare, guardare, operare sta sotto il segno della croce, ossia dell’amore di Gesù fino alla fine», ha detto il Papa al termine della catechesi. «I bambini sono segnati in fronte. I catecumeni adulti sono segnati anche sui sensi», ha ricordato Francesco riferendosi al rito liturgico: «Cristiani si diventa nella misura in cui la croce si imprime in noi come un marchio pasquale, rendendo visibile, anche esteriormente, il modo cristiano di affrontare la vita». «Fare il segno della croce quando ci svegliamo, prima dei pasti, davanti a un pericolo, a difesa contro il male, la sera prima di dormire, significa dire a noi stessi e agli altri a chi apparteniamo, chi vogliamo essere», ha spiegato il Papa: «Per questo è tanto importante insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce», ha aggiunto a braccio. «Come facciamo entrando in chiesa, possiamo farlo anche a casa, conservando in un piccolo vaso adatto un po’ di acqua benedetta, alcune famiglie lo fanno», il consiglio di Francesco: «Così, ogni volta che rientriamo o usciamo, facendo il segno della croce con quell’acqua ci ricordiamo che siamo battezzati». «Non dimenticare: insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce», la conclusione a braccio della catechesi.

Un doppio appello: per l’»inclusione finanziaria» a favore dei poveri e per ribadire che «nostro dovere è fare del tutto per custodire la vita», specialmente quella del piccolo Alfie Evans e di Vincent Lambert. A rivolgerli è stato oggi il Papa, subito prima dei saluti in lingua italiana che come di consueto concludono l’udienza del mercoledì. «Incoraggio gli sforzi che, mediante l’inclusione finanziaria, cercano di promuovere la vita dei più poveri, favorendo un autentico sviluppo integrale e rispettoso della dignità umana», le parole del Papa riferite alle riunioni primaverili della Banca Mondiale, in programma sabato prossimo a Washington. «Attiro l’attenzione di nuovo su Vincent Lambert e sul piccolo Alfie Evans», ha poi proseguito Francesco rivolgendo fuori testo un altro appello, che fa seguito a quello lanciato al termine del Regina Coeli di domenica scorsa: «Vorrei ribadire e fortemente confermare che l’unico padrone della vita dall’inizio alla fine naturale è Dio, e che il nostro dovere è fare del tutto per custodire la vita». «Pensiamo in silenzio e preghiamo perché sia rispettata la vita di tutte le persone, specialmente di questi due fratelli nostri», l’invito del Papa ai 17mila in piazza: «Preghiamo in silenzio».