Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «Vi chiedo perdono per gli scandali a Roma e in Vaticano»

E proprio alle condizioni del tempo il Papa si è riferito prendendo la parola: «Oggi le previsioni del tempo erano un po’ insicure, si prevedeva pioggia. Per questo l’udienza di oggi avviene contemporaneamente in due posti: in piazza e in aula, dove i malati seguono l’udienza dal maxischermo. Tutti siamo uniti, salutiamo loro con un applauso!», l’invito del Papa. Poi il riferimento al brano evangelico letto poco prima: «La parola di Gesù è forte, oggi: ‘Guai al mondo per gli scandali’». «Gesù è realista», ha commentato il Papa: «Dice che è inevitabile che vengano gli scandali, ma guai all’uomo a causa del quale avvengono gli scandali». Poi la richiesta di perdono ai fedeli.

«Una domanda che dovremmo farci più spesso è questa: quanto siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini, facendoli venire nel nostro mondo?», ha poi chiesto il Papa, che ha dedicato la catechesi di oggi a questo tema. «Noi adulti siamo pronti a parlare dei bambini come di una promessa della vita, e siamo anche facili a commuoverci, dicendo ai giovani che sono il nostro futuro. Ma mi domando, a volte, se siamo altrettanto seri con il loro futuro?», la domanda del Papa ai 30mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro. «Non parlo tanto delle promesse che facciamo qua e là, durante la giornata – ha spiegato il Papa -, per farli contenti o per farli stare buoni (magari con qualche innocente trucchetto), per invogliarli ad impegnarsi nella scuola o per dissuaderli da qualche capriccio. Parlo delle promesse più importanti, decisive per le loro attese nei confronti della vita, per la loro fiducia nei confronti degli esseri umani, per la loro capacità di concepire il nome di Dio come una benedizione».

«Un secondo miracolo, una seconda promessa: noi, papà e mamma, ci doniamo a te, per donare te a te stesso! E questo è amore, che porta una scintilla di quello di Dio!». Con queste parole il Papa ha descritto l’amore dei genitori per i propri figli. «Voi, papà e mamme – ha aggiunto a braccio – avete questa scintilla di Dio che date ai bambini, voi siete strumenti dell’amore di Dio, e questo è bello!». «I bambini, appena nati, incominciano a ricevere in dono, insieme col nutrimento e le cure, la conferma delle qualità spirituali dell’amore», ha spiegato Francesco: «Gli atti dell’amore passano attraverso il dono del nome personale, la condivisione del linguaggio, le intenzioni degli sguardi, le illuminazioni dei sorrisi. Imparano così che la bellezza del legame fra gli esseri umani punta alla nostra anima, cerca la nostra libertà, accetta la diversità dell’altro, lo riconosce e lo rispetta come interlocutore».

«Solo se guardiamo i bambini con gli occhi di Gesù, possiamo veramente capire in che senso, difendendo la famiglia, proteggiamo l’umanità!», ha esclamato il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi ha ricordato che «il punto di vista dei bambini è il punto di vista del Figlio di Dio. La Chiesa stessa, nel Battesimo, ai bambini fa grandi promesse, con cui impegna i genitori e la comunità cristiana». «La santa Madre di Gesù, per mezzo della quale il Figlio di Dio è arrivato a noi, amato e generato come un bambino, renda la Chiesa capace di seguire la via della sua maternità e della sua fede», l’auspicio del Papa: «E san Giuseppe, uomo giusto, che l’ha accolto e protetto, onorando coraggiosamente la benedizione e la promessa di Dio, ci renda degni di ospitare Gesù in ogni bambino che Dio manda sulla terra».

Un saluto particolare ai rifugiati iracheni e siriani. A rivolgerlo è stato il Papa, dando «un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente e in modo speciale al gruppo di rifugiati iracheni e siriani presenti oggi con noi». «Cari fratelli e sorelle, siamo leali con le promesse che facciamo ai bambini e non tradiamo la loro fiducia», l’invito di Francesco sulla scorta della catechesi: «Il Signore vi benedica!».

Preghiera per le missioni. «In questo mese di ottobre siamo tutti chiamati a sostenere le missioni con la preghiera e la solidarietà». È l’invito del Papa, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana che concludono l’udienza del mercoledì. «Accogliete con gioia l’invito del Signore a impiegare le vostre migliori energie nell’annuncio del Vangelo», l’invito per i giovani. «Continuate a proclamare con la vita l’affetto fedele del Signore!», l’augurio per gli sposi novelli presenti oggi in piazza. «Nel giorno in cui si fa memoria del Papa San Callisto martire, a cui sono dedicate le celebri catacombe – ha detto Francesco – auguro a tutti i pellegrini convenuti a Roma che il ricordo di tanti coraggiosi testimoni di Cristo rinvigorisca la fede di ciascuno».

Papa Francesco ha anche rivolto un appello per «eliminare l’estrema povertà e la discriminazione, e per assicurare che ciascuno possa esercitare pienamente i propri diritti fondamentali». «Sabato prossimo 17 ottobre ricorrerà la Giornata mondiale del rifiuto della miseria», ha ricordato Francesco: «Questa Giornata si propone di accrescere gli sforzi per eliminare l’estrema povertà e la discriminazione, e per assicurare che ciascuno possa esercitare pienamente i propri diritti fondamentali». «Siamo tutti invitati a fare nostra questa intenzione, perché la carità di Cristo raggiunga e sollevi i fratelli e le sorelle più poveri e abbandonati», l’invito del Papa.

L’udienza generale di oggi ha avuto un «prologo» in Aula Paolo VI, dove il Papa ha salutato i malati e i disabili, con le loro famiglie e accompagnatori, prima di entrare in piazza per il consueto appuntamento del mercoledì con i fedeli. «Siete in quest’Aula – le parole del Papa – perché oggi potrebbe piovere. Spero che vi troviate bene qui». «Se qualcuno vuole un caffè – ha proseguito Francesco con un tono scherzoso – può chiederlo, ma non vi assicuro che ve lo porteranno».