Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «quante nuove schiavitù si creano in nome di una falsa libertà»

Redenzione, parola poco usata oggi – ha precisato il Papa –, «indica la più radicale liberazione che Dio poteva compiere per noi, per tutta l’umanità e per l’intera creazione». Eppure «sembra che l’uomo di oggi non ami più essere liberato e salvato da un intervento di Dio», illudendosi invece «della propria libertà come forza per ottenere tutto, si vanta di questo anche, ma in realtà non è così». Si hanno così uomini e donne che «diventano schiavi in nome della libertà» e «alla fine finiscono per terra». Viceversa, «abbiamo bisogno che Dio ci liberi da ogni forma d’indifferenza, di egoismo e di autosufficienza».

Puntare lo sguardo sul Crocifisso. «È vero che la vita ci mette alla prova e a volte soffriamo per questo, tuttavia in questi momenti siamo invitati a puntare lo sguardo su Gesù crocifisso, che soffre per noi e con noi, come prova certa che Dio non ci abbandona», ha ricordato papa Francesco, sottolineando che «facendosi uno di noi, il Signore Gesù non solo assume la nostra condizione umana, ma c’innalza alla possibilità di essere figli di Dio. Con la sua morte e risurrezione Gesù Cristo, agnello senza macchia, ha vinto la morte e il peccato per liberarci dal loro dominio. Lui è l’agnello che è stato sacrificato per noi, perché noi potessimo ricevere una nuova vita, fatta di perdono, di amore e di gioia. Tutto ciò che lui ha assunto è stato anche redento, liberato e salvato». «Non dimentichiamo mai comunque – ha aggiunto il Papa – che nelle angustie e nelle persecuzioni, come nei dolori quotidiani, siamo sempre liberati dalla mano misericordiosa di Dio che ci solleva a sé e ci conduce a una vita nuova. L’amore di Dio è sconfinato. Possiamo scoprire segni sempre nuovi che indicano la sua attenzione nei nostri confronti e soprattutto la sua volontà di raggiungerci e di precederci».

Dio ha un grande amore per i più piccoli. «Tutta la nostra vita, pur segnata dalla fragilità del peccato, è posta sotto lo sguardo di Dio che ci ama. Quante pagine della Sacra Scrittura ci parlano della presenza, della vicinanza e della tenerezza di Dio per ogni uomo, specialmente per i piccoli, i poveri, i tribolati». Così papa Francesco, nella catechesi dell’udienza giubilare odierna, rimarcando che «Dio ha una grande tenerezza, un grande amore per i più piccoli, per i più deboli, per gli scartati della società. Più noi siamo nel bisogno, più il suo sguardo su di noi si riempie di misericordia». «Dio ci perdona, perdona sempre, è tanto buono, è tanto buono il nostro Padre. Perciò, cari fratelli e sorelle, apriamoci a lui, accogliamo la sua grazia», ha concluso, citando il salmo 130 e invitando a ripetere insieme: «Con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione».

Il pensiero ai terremotati. «Il mio pensiero va anzitutto al Servizio nazionale della Protezione civile che oggi doveva essere presente, e che ha annullato la partecipazione per continuare la preziosa opera di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite dal terremoto il 24 agosto scorso. Li ringrazio per la dedizione e il generoso aiuto offerto in questi giorni. Grazie, fratelli e sorelle!». Così papa Francesco, nei saluti al termine dell’udienza giubilare odierna. Il Papa ha salutato poi i fedeli – accompagnati dai rispettivi vescovi – delle diocesi di Crema, Lodi, Parma, Montepulciano-Chiusi-Pienza e Trapani, nonché i partecipanti al pellegrinaggio promosso dai Padri Stimmatini e dalle Sorelle della Sacra Famiglia, auspicando «che il passaggio della Porta Santa susciti in ciascuno il desiderio di diventare sempre più testimoni di misericordia per rendere le vostre comunità più ricche di fede e di spirito missionario». Un «saluto speciale» è andato «ai ragazzi dell’Azione Cattolica riuniti per il Festival dei ragazzi». «Vi incoraggio – ha detto loro Francesco – a proseguire nel cammino intrapreso coltivando sempre i valori dell’amore alla famiglia e del rispetto per il creato, la nostra casa comune». Il Pontefice ha quindi ricordato i partecipanti al Giubileo delle Università e dei Centri di ricerca, «auspicando che l’insegnamento sia ricco di valori, per formare persone che sappiano far fruttificare i talenti che Dio ha loro affidato»; le Missionarie catechiste di Gesù Redentore, l’Associazione Incontro Matrimoniale («vi ringrazio per tutto il bene che voi fate per aiutare le famiglie«) e i membri di Federpesca. Infine, come di consueto, un pensiero per giovani, malati e sposi novelli, invitandoli «a invocare con particolare intensità i Nomi di Gesù e di Maria affinché ci insegnino ad amare con piena dedizione Dio e il prossimo».