Vita Chiesa

Papa Francesco: udienza, solo lo Spirito di Cristo «preserva dalla corruzione»

La «conferma» del Battesimo. «Sia la carenza sia l’eccesso di sale rendono disgustoso il cibo, così come la mancanza e l’eccesso di luce impediscono di vedere». Con queste parole il Papa, nell’udienza di oggi, ha commentato la «missione grande» affidata da Gesù ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo». «Sono immagini che fanno pensare al nostro comportamento», ha detto Francesco ai 15mila presenti in piazza. «Dopo le catechesi sul battesimo, questi giorni che seguono la solennità di Pentecoste ci invitano a riflettere sulla testimonianza che lo Spirito suscita nei battezzati, mettendo in movimento la loro vita, aprendola al bene degli altri», ha annunciato il Papa iniziando un nuovo ciclo di catechesi. «Chi può davvero renderci sale che dà sapore e preserva dalla corruzione, e luce che rischiara il mondo, è soltanto lo Spirito di Cristo!», ha esclamato: «E questo è il dono che riceviamo nel Sacramento della Confermazione, su cui desidero fermarmi a riflettere con voi». Si chiama «Confermazione», ha spiegato Francesco, «perché conferma il battesimo e ne rafforza la grazia; come anche “Cresima”, dal fatto che riceviamo lo Spirito mediante l’unzione con il ‘crisma’ – olio misto a profumo consacrato dal vescovo -, termine che rimanda a «Cristo», l’Unto dello Spirito Santo».

«Senza la forza dello Spirito Santo non possiamo fare nulla: è lo Spirito che ci dà la forza per andare avanti!», ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, in cui ha spiegato che «rinascere alla vita divina nel battesimo è il primo passo; occorre poi comportarsi da figli di Dio, ossia conformarsi al Cristo che opera nella santa Chiesa, lasciandosi coinvolgere nella sua missione nel mondo». Ed è a questo che provvede l’unzione dello Spirito Santo: «Senza la sua forza, nulla è nell’uomo». «Come tutta la vita di Gesù fu animata dallo Spirito, così pure la vita della Chiesa e di ogni suo membro sta sotto la guida del medesimo Spirito», ha affermato Francesco: «Concepito dalla Vergine per opera dello Spirito Santo, Gesù intraprende la sua missione dopo che, uscito dall’acqua del Giordano, viene consacrato dallo Spirito che discende e rimane su di Lui». «È bello come Gesù si presenta, qual’è la carta di identità di Gesù nella sinagoga di Nazaret», ha detto il Papa ancora a braccio, prima di citare le parole di Gesù:  «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio». «Gesù si presenta nella sinagoga del suo villaggio come l’Unto, come quello che è stato unto dallo Spirito», ha proseguito Francesco sempre fuori testo: «Gesù è pieno di Spirito Santo ed è la fonte dello Spirito promesso dal Padre. In realtà, la sera di Pasqua il Risorto alita sui discepoli dicendo loro: “Ricevete lo Spirito Santo”; e nel giorno di Pentecoste la forza dello Spirito discende sugli apostoli in forma straordinaria».

«Il respiro del Cristo Risorto riempie di vita i polmoni della Chiesa». È una delle immagini usate dal Papa per descrivere lo Spirito Santo, per effetto del quale «le bocche dei discepoli si aprono per proclamare a tutti le grandi opere di Dio». «La Pentecoste, che abbiamo celebrato domenica scorsa, è per la Chiesa ciò che per Cristo fu l’unzione dello Spirito ricevuta al Giordano, ossia è l’impulso missionario a consumare la vita per la santificazione degli uomini, a gloria di Dio», ha spiegato Francesco ai 15mila presenti oggi in piazza San Pietro: «Se in ogni sacramento opera lo Spirito, è in modo speciale nella Confermazione che i fedeli ricevono come Dono lo Spirito Santo». «Nel momento di fare l’unzione, il vescovo dice questa parola: “ricevi lo Spirito Santo che ti è stato dato in dono”», ha proseguito il Papa a braccio: «È il grande dono di Dio, lo Spirito Santo, e tutti quanti abbiamo lo Spirito dentro, nel nostro cuore, nella nostra anima. Lo Spirito Santo ci guida nella vita perché diventiamo sale giusto e luce giusta per gli uomini». «Se nel Battesimo è lo Spirito Santo a immergerci in Cristo, nella Confermazione è il Cristo a colmarci del suo Spirito, consacrandoci suoi testimoni, partecipi del medesimo principio di vita e di missione, secondo il disegno del Padre celeste», ha ricordato Francesco soffermandosi sul legame tra i due sacramenti: «La testimonianza resa dai confermati manifesta la ricezione dello Spirito e la docilità alla sua ispirazione creativa». «Io mi domando: come si vede che abbiamo ricevuto il Dono dello Spirito? Semplicemente se compiamo le opere dello Spirito, se pronunciamo parole insegnate dallo Spirito», ha concluso: «La testimonianza cristiana consiste nel fare solo e tutto quello che lo Spirito di Cristo ci chiede, concedendoci la forza di compierlo».

«Essere uniti spiritualmente a tutti i fedeli cattolici che vivono in Cina». E’ l’appello rivolto oggi dal Papa, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì con i fedeli. «Domani, 24 maggio, ricorre l’annuale festa della Beata Vergine Maria ‘Aiuto dei cristiani’, particolarmente venerata nel santuario di Sheshan, presso Shanghai, in Cina», le parole di Francesco: «Tale ricorrenza ci invita ad essere uniti spiritualmente a tutti i fedeli cattolici che vivono in Cina. Per loro preghiamo la Madonna, perché possano vivere la fede con generosità e serenità, e perché sappiano compiere gesti concreti di fraternità, concordia e riconciliazione, in piena comunione con il Successore di Pietro». Poi il Papa si è rivolto direttamente ai cattolici cinesi: «Carissimi discepoli del Signore in Cina, la Chiesa universale prega con voi e per voi, affinché anche tra le difficoltà possiate continuare ad affidarvi alla volontà di Dio. La Madonna non vi farà mai mancare il suo aiuto e vi custodirà col suo amore di madre».

Appello per pace in Ucraina. Ai polacchi: «cura del creato è compito nobile». «Incessantemente prego il Signore affinché guarisca le guarisca le ferite inflitte dalla guerra e doni la sua pace alla cara terra ucraina». Lo ha detto il Papa salutando, durante l’udienza di oggi, i pellegrini ucraini che hanno partecipato al 60° Pellegrinaggio Militare internazionale a Lourdes. Salutando, poco prima, i pellegrini polacchi, Francesco si è rivolto in particolare alla delegazione dei selvicoltori, che «hanno portato con sé cento piantine di quercia che, in occasione del centenario dell’indipendenza della Polonia, verranno piantate come segno dell’impegno a favore della salvaguardia del creato». «E’ molto nobile – ha ribadito Francesco citando la Laudato si’ – il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a da forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura dell’ambiente. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano».