Vita Chiesa

Papa a Lesbo: la preghiera per le vittime delle migrazioni recitata al porto di Mytilene

«Dio di misericordia,Ti preghiamo per tutti gli uomini, le donne e i bambini,che sono morti dopo aver lasciato le loro terrein cerca di una vita migliore. Benché molte delle loro tombe non abbiano nome,da Te ognuno è conosciuto, amato e prediletto.Che mai siano da noi dimenticati, ma che possiamo onorareil loro sacrificio con le opere più che con le parole. Ti affidiamo tutti coloro che hanno compiuto questo viaggio,sopportando paura, incertezza e umiliazione,al fine di raggiungere un luogo di sicurezza e di speranza. Come Tu non hai abbandonato il tuo Figlioquando fu condotto in un luogo sicuro da Maria e Giuseppe,così ora sii vicino a questi tuoi figli e figlieattraverso la nostra tenerezza e protezione. Fa’ che, prendendoci cura di loro, possiamo promuovere un mondodove nessuno sia costretto a lasciare la propria casae dove tutti possano vivere in libertà, dignità e pace. Dio di misericordia e Padre di tutti,destaci dal sonno dell’indifferenza,apri i nostri occhi alle loro sofferenzee liberaci dall’insensibilità,frutto del benessere mondano e del ripiegamento su sé stessi. Ispira tutti noi, nazioni, comunità e singoli individui,a riconoscere che quanti raggiungono le nostre costesono nostri fratelli e sorelle.Aiutaci a condividere con loro le benedizioniche abbiamo ricevuto dalle tue manie riconoscere che insieme, come un’unica famiglia umana,siamo tutti migranti, viaggiatori di speranza verso di Te,che sei la nostra vera casa,là dove ogni lacrima sarà tersa,dove saremo nella pace, al sicuro nel tuo abbraccio».

Nel corso dell’incontro al porto di Mytilene con la cittadinanza e la comunità cattolica per fare memoria delle vittime delle migrazioni, dopo avere recitato, rivolti verso la folla e dando le spalle al mare, ognuno una preghiera per i naufraghi scomparsi – da gennaio ad oggi più di 400 tra cui molti bambini – Papa Francesco, l’arcivescovo Ieronymos e il patriarca Bartolomeo hanno osservato un minuto di silenzio. Quindi, lasciata la postazione ornata da un piccolo albero di ulivo, simbolo di pace, i tre leader religiosi hanno raggiunto una sorta di piccolo palco di legno affacciato sul mare dal quale hanno lanciato nelle acque tre corone di fiori bianchi e gialli consegnati loro da tre bambini, in continuità con il gesto effettuato da Papa Francesco in mare aperto, durante la sua visita a Lampedusa nel luglio 2013.