Vita Chiesa

Papa a Loreto: «La Santa Casa è la casa dei giovani», per «ascolto, discernimento, decisione»

«Le parole dell’angelo Gabriele a Maria: ‘Rallegrati, piena di grazia’, risuonano in modo singolare in questo Santuario, luogo privilegiato per contemplare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio». Lo ha detto il Papa, nel discorso tenuto sul piazzale del Santuario, dopo la Messa nella Santa Casa e la firma dell’esortazione apostolica ai giovani, a conclusione del Sinodo a loro dedicato. «Qui sono custodite le mura che, secondo la tradizione, provengono da Nazaret, dove la Vergine Santa pronunciò il suo ‘sì’, diventando la madre di Gesù», ha ricordato Francesco: «Da quando quella che è denominata la ‘casa di Maria’ è diventata presenza venerata e amata su questo colle, la Madre di Dio non cessa di ottenere benefici spirituali in coloro che, con fede e devozione, vengono qui a sostare in preghiera. Tra questi oggi mi metto anch’io, e ringrazio Dio che me lo ha concesso proprio nella festa dell’Annunciazione».

Il grazie ai frati per il servizio al confessionale. Poi il saluto alle autorità, «con gratitudine per l’accoglienza e la collaborazione», al vescovo, «che si è fatto interprete dei sentimenti di tutti voi», agli altri presuli, ai sacerdoti, alle persone consacrate, «con un pensiero speciale per i Frati Cappuccini, ai quali è affidata la custodia di questo insigne Santuario tanto caro al popolo italiano». «Li ringrazio specialmente per il prezioso ministero del confessionale», ha aggiunto il Papa, ringraziando a braccio i frati per il loro servizio «continuato» al confessionale: «Questo è un lavoro difficile: sono bravi e li ringrazio». Infine, il grazie «a tutti voi, cittadini di Loreto e pellegrini»: «In quest’oasi di silenzio e di pietà, vengono tanti, dall’Italia e da ogni parte del mondo, per attingere forza e speranza. Penso in particolare ai giovani, alle famiglie, ai malati».

«La Santa Casa è la casa dei giovani, perché qui la Vergine Maria, la giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione. Per questo ho voluto firmare qui l’Esortazione apostolica frutto del Sinodo dedicato ai giovani. Si intitola ‘Christus vivit – Cristo vive’». Così il Papa ha spiegato il legame tra Loreto e i giovani, e il motivo della scelta di questo luogo per la firma dell’esortazione apostolica. «Nell’evento dell’Annunciazione – la tesi di Francesco – appare la dinamica della vocazione espressa nei tre momenti che hanno scandito il Sinodo: ascolto della Parola-progetto di Dio; discernimento; decisione». «Il primo momento, quello dell’ascolto – ha spiegato il Papa – è manifestato da quelle parole dell’angelo: ‘Non temere Maria, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù’. È sempre Dio che prende l’iniziativa di chiamare alla sua sequela». «Dio è il primo, è lui che fa strada alla nostra vita», ha aggiunto a braccio: «La chiamata alla fede – ha proseguito – e ad un coerente cammino di vita cristiana o di speciale consacrazione è un irrompere discreto ma forte di Dio nella vita di un giovane, per offrirgli in dono il suo amore». «Occorre essere pronti e disponibili ad ascoltare ed accogliere la voce di Dio, che non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione», il commento di Francesco, secondo il quale «il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce rimanendo in superficie, ma scendendo a un livello più profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali. È lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione di Dio». Il secondo momento tipico di ogni vocazione è il discernimento, espresso nelle parole di Maria: «Come avverrà questo?». «Maria non dubita», il racconto del Papa: «La sua domanda non è una mancanza di fede, anzi, esprime proprio il suo desiderio di scoprire le sorprese di Dio. In lei c’è l’attenzione a cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita, a conoscerlo nelle sue sfaccettature, per rendere più responsabile e più completa la propria collaborazione». «È l’atteggiamento proprio del discepolo», ha fatto notare Francesco: «Ogni collaborazione umana all’iniziativa gratuita di Dio si deve ispirare a un approfondimento delle proprie capacità e attitudini, coniugato con la consapevolezza che è sempre Dio a donare, ad agire; così anche la povertà e la piccolezza di quanti il Signore chiama a seguirlo sulla via del Vangelo si trasforma nella ricchezza della manifestazione del Signore e nella forza dell’Onnipotente». La decisione è il terzo passaggio che caratterizza ogni vocazione cristiana, ed è esplicitato dalla risposta di Maria all’angelo: «Avvenga per me secondo la tua parola». «Il suo ‘sì’ al progetto di salvezza di Dio, attuato per mezzo dell’Incarnazione, è la consegna a Lui di tutta la propria vita», le parole del Papa: «È il ‘sì’ della fiducia piena e della disponibilità totale alla volontà di Dio. Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale: i giovani che sono in ricerca o si interrogano sul loro futuro, possono trovare in Maria Colei che li aiuta a discernere il progetto di Dio su loro stessi e la forza per aderire ad esso».

«Penso a Loreto come a un luogo privilegiato dove i giovani possono venire alla ricerca della propria vocazione, alla scuola di Maria! Un polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale». Così il Papa ha auspicato «che sia rilanciato il Centro Giovanni Paolo II a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo. Un luogo dove i giovani e i loro educatori possono sentirsi accolti, accompagnati e aiutati a discernere». «Per questo inoltre chiedo caldamente ai Frati Cappuccini il servizio di estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione», la proposta ai religiosi. «Il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia», l’altro invito di Francesco, secondo il quale «è necessario che all’entusiasmo della preparazione e celebrazione di questi eventi corrisponda poi l’attualizzazione pastorale, che dia corpo alla ricchezza dei contenuti, mediante proposte di approfondimento, di preghiera e di condivisione».

«La Casa di Maria è anche la casa della famiglia», ha poi sottolineato il Papa, secondo il quale «nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali». «È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società», il compito affidato dal Papa a Loreto nel suo discorso ai fedeli e ai cittadini: «Nella casa di Nazaret, Maria ha vissuto la molteplicità delle relazioni familiari come figlia, fidanzata, sposa e madre. Per questo ogni famiglia, nelle sue diverse componenti, trova qui accoglienza, ispirazione a vivere la propria identità». «L’esperienza domestica della Vergine Santa sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunità, ma devono camminare strettamene uniti, perché molto spesso i giovani sono ciò che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita», il monito di Francesco, secondo il quale «questa prospettiva ricompone in unitarietà una pastorale vocazionale attenta ad esprimere il volto di Gesù nei suoi molteplici aspetti, come sacerdote, come sposo, come pastore».

«La Casa di Maria è la casa dei malati. Qui trovano accoglienza quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e la Madre porta a tutti la misericordia del Signore di generazione in generazione». Ne è convinto il Papa, che nel discorso pronunciato davanti al Santuario di Loreto ha osservato che «la malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia. La casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura». «Per favore, non cadete in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano», l’invito a braccio. «Ecco perché il santuario della Santa Casa è simbolo di ogni casa accogliente e santuario degli ammalati», ha spiegato Francesco: «Da qui invio ad essi, tutti, ovunque nel mondo, un pensiero affettuoso e dico loro: voi siete al centro dell’opera di Cristo, perché condividete e portate in maniera più concreta dietro a Lui la croce di ogni giorno. La vostra sofferenza può diventare una collaborazione decisiva per l’avvento del Regno di Dio». «A voi e a quanti sono legati a questo Santuario, Dio, per mezzo di Maria, affida una missione in questo nostro tempo», la consegna del Papa: «Portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale». «C’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose», la tesi di Francesco: «Insomma, persone che, alla scuola di Maria, accolgono senza riserve il Vangelo nella propria vita. Così, attraverso la santità del popolo di Dio, da questo luogo continueranno a diffondersi in Italia, in Europa e nel mondo testimonianze di santità in ogni stato di vita, per rinnovare la Chiesa e animare la società col lievito del Regno di Dio». «La Vergine Santa aiuti tutti, specialmente i giovani, a percorrere il cammino della pace e della fraternità fondate sull’accoglienza e sul perdono, sul rispetto dell’altro e sull’amore che è dono di sé», l’invocazione finale alla Madonna di Loreto: «La nostra Madre, stella luminosa di gioia e di serenità, doni alle famiglie, santuari dell’amore, la benedizione e la gioia della vita. Maria, sorgente di ogni consolazione, porti aiuto e conforto a quanti sono nella prova».

In dono il dolce preparato dagli allievi dell’Istituto alberghiero. Si è conclusa in modo inatteso la visita del Papa a Loreto, oggi diventata «capitale dei giovani» di tutto il mondo, grazie alla firma dell’esortazione apostolica a conclusione del Sinodo a loro dedicato. Al termine del suo discorso pronunciato sul sagrato della basilica, il vescovo, mons. Fabio Dal Cin, gli ha annunciato il dono di un dolce preparato dagli allievi dell’Istituto alberghiero di Loreto, e consegnatogli da due di loro, un ragazzo e una ragazza, con tanto di cappello da cuoco. Poi il giro del piazzale in papamobile, mentre le campane di tutte le parrocchie di Loreto suonavano a festa. La presenza dei giovani, con i loro fazzoletti gialli al collo, era oggi particolarmente visibile nella cittadina marchigiana. «I giovani con Papa Francesco, apostoli del terzo millennio», recitava ad esempio uno striscione a caratteri cubitali issato al primo piano del portico che delimita il piazzale e allarga l’abbraccio della basilica. «Con te liberi di sognare», il testo di un altro striscione visibile tra i fedeli e i cittadini accorsi ad ascoltare il Papa. «Conta su di noi», il messaggio a lettere grandi colorate, sagomate artigianalmente come solo i giovani sanno fare, che adornava la prima fila delle transenne. Il percorso del Papa sulla macchina scoperta, in una splendida giornata di sole, è andato decisamente oltre il piazzale del santuario, percorrendo, sempre al suono delle campane a festa, anche l’abituale via di accesso alla piazza percorsa ogni giorno dai pellegrini di tutto il mondo.