Vita Chiesa

Papa a Milano: tappa in carcere fra gli 850 detenuti di San Vittore

Bergoglio appena atterrato all’aeroporto di Linate visiterà il vicino quartiere periferico sviluppatosi attorno a via Salomone, con le «Case bianche», palazzoni popolari della parrocchia San Galdino. Quindi in duomo per incontrare i consacrati e l’Angelus sulla piazza antistante. Alle 11.30 arriverà alla struttura detentiva di via Filangeri, che lascerà per raggiungere Monza, dove celebrerà la messa alle 15; infine il trasferimento allo stadio San Siro-Meazza dove incontrerà i cresimandi con le famiglie e gli educatori. Della tappa in carcere racconta il cappellano, don Marco Recalcati. «Appena arrivato a San Vittore il Papa sarà salutato dalla direttrice. Poi un breve saluto alle mamme detenute con i loro figli» (i figli delle detenute non vivono in carcere, ma sono ospitati all’Icam, Istituto a custodia attenuata per detenute madri, con figli fino a tre anni). Poi l’incontro con gli operatori del penitenziario: educatori, operatori sanitari, volontari (uno per ognuna delle 18 associazioni presenti a San Vittore; i volontari in totale cono circa 300). «Fra questi ci sarà, in prima fila – spiega sorridendo don Recalcati – anche Maria, volontaria 92enne, che distribuisce a tutte le sue caramelle».

Per la visita, il Papa ha chiesto che tutte le persone interessate avessero l’opportunità di vederlo o almeno di sentirlo, «e questo è stato programmato», ovviamente considerando le difficoltà legate alla struttura carceraria. San Vittore, che ospita circa 850 detenuti per lo più in attesa di giudizio, ha fra l’altro una struttura piuttosto particolare, divisa in sei «raggi» con una «rotonda» centrale. Il papa percorrerà i vari raggi fino a fermarsi nella rotonda per pronunciare un intervento e incontrare una ottantina di detenuti. «Papa Francesco ha voluto avere anche un incontro personale con i cosiddetti ‘detenuti protetti’, ossia quelli che hanno commesso crimini contro donne o minori». Alle 12.30 il pranzo, con una tavolata di 50 metri e un centinaio di detenuti. «Una precisazione – tiene a dire Recalcati –: tutti i detenuti avranno lo stesso menu del Papa. In un luogo come il carcere, certe piccole attenzioni possono avere il loro valore». Al Papa sarà consegnato, come dono, una sciarpa realizzata da una cooperativa del carcere. Infine un momento di raccoglimento nella cappella, per poi ripartire di volata verso Monza.

«Stupore ed entusiasmo»: sono i due sentimenti – riferiti dal cappellano – che ha suscitato a San Vittore, la notizia che il Papa, nel suo viaggio a Milano, si sarebbe fermato nel carcere che sorge nel cuore della città. Per prepararsi all’incontro, i detenuti che hanno voluto sono stati accompagnati, per otto domeniche, dal cappellano e dalle suore di Antida Thouret, operanti nella struttura, a rileggere e meditare i discorsi tenuti dai vari pontefici nelle rispettive visite ai penitenziari, da Giovanni XXIII allo stesso Francesco. Per la visita del 25 marzo è stata anche predisposta una preghiera, distribuita a chi ne facesse richiesta, che si intitola «Aspettando un amico». Comincia così: «Insolita visita di un amico inatteso: ci ha stupiti la buona notizia, che insegna a sperare e a dare ali ai desideri più veri». In carcere ci sono molti stranieri, persone di fedi diverse: come hanno reagito alla visita del Papa? «C’è stata una risposta unanime. Tutti i detenuti hanno mostrato interesse e la voglia di incontrarlo», chiarisce don Recalcati.

Anche suor Gianna, che opera in carcere da due anni, fa un’osservazione in merito: «I detenuti sanno bene che una volta ripartito il Papa non cambierà nulla per quanto riguarda il loro iter processuale, non avranno nessuno sconto di pena per questo. Eppure io credo che la luce che si sarà accesa, non si spegnerà più». Aggiunge: «Il Papa incontra delle persone, che sono al momento detenute. Ma incontra persone, non carcerati. Si ha la percezione forte che a San Vittore arriverà Gesù. Ci sono sentimenti forti, avvertiti anche dai detenuti di altre fedi religiose».