Vita Chiesa

Papa a Sarajevo: Ivanic (Bosnia), «tempo incomprensione per sempre dietro di noi»

«La sfida che dobbiamo raccogliere da ogni vittima del passato e con i nostri sacrifici del presente – ha detto Ivanic -deve dare un senso al nostro reciproco impegno per una società di pace, tolleranza, liberta e dignità». La Bosnia ed Erzegovina, ha ricordato il presidente, «è stata il simbolo della vera comprensione e dell’amore tra le differenti nazioni e religioni, ma anche il simbolo della profonda divisione, dei reciproci scontri e sofferenze. Crediamo che il tempo dell’incomprensione, dell’intolleranza e della divisione sia per sempre dietro di noi, speriamo di aver imparato la lezione del passato recente e che davanti noi ci sia un tempo nuovo, un tempo di comprensione e di riconciliazione, un tempo di collaborazione Abbiamo già fatto un grande progresso, purtroppo non si deve trascurare il fatto, che ancora oggi non si è realizzata la piena uguaglianza di tutti i cittadini in ogni parte di questo paese e per questo tutti insieme dobbiamo lavorare con grande dedizione».

Il presidente bosniaco ha ricordato l’impegno bosniaco nel campo delle relazioni «con i nostri vicini e con gli altri paesi della regione. Insieme con loro – ha spiegato – siamo pronti a lavorare per la riduzione dei nazionalismi, per una maggiore fiducia reciproca e per una funzionale e mutua collaborazione, con l’obiettivo di realizzare interessi comuni e il progresso economico dell’intera regione. L’idea della comunione, della solidarietà e della tolleranza – ha ribadito il Pontefice – sono a fondamento dell’Unione Europea, ed essa è casa dove ogni suo cittadino può vivere serenamente. Spero che la porta dell’Unione Europea sia aperta per tutti i paesi del sud-est Europeo che, con le riforme essenziali nel processo d’integrazione, desiderino diventare i suoi membri con pari diritti e doveri. Santità, aspettiamo il Suo sincero e pieno appoggio in questo nostro percorso». Sul versante dei rapporti con le Chiese, Ivanic ha rivendicato alla Bosnia il merito di aver adottato «tra i primi paesi nella regione», la legge sulla libertà delle chiese e delle comunità religiose. «Finora abbiamo stipulato gli accordi tra la Bosnia ed Erzegovina e la Santa Sede e il Patriarcato della Chiesa ortodossa serba di Belgrado. Questa è una buona base per operare nel campo della libertà di religione. Sono convinto – ha poi concluso – che la Sua visita contribuirà a una più intensa e a una migliore collaborazione tra i cittadini della Bosnia ed Erzegovina, La ringrazio a nome di tutti».