Vita Chiesa

Papa a Tor de’ Schiavi: la mamma di Maya a Tv2000, «ha un attaccamento alla vita formidabile»

«Mia figlia non parla e non riesce ad esprimersi ma ci ha dimostrato nel tempo un attaccamento alla vita formidabile. Più volte i medici ci hanno detto che era arrivata la fine di Maya ma lei sistematicamente dopo qualche giorno si svegliava e riprendeva vita». Lo ha detto ieri Paola Desideri, mamma di Maya, una bambina di 12 anni affetta da malattia mitocondriale, ai microfoni di Tv2000, durante lo speciale del Tg2000, in occasione della visita di Papa Francesco alla parrocchia romana del Santissimo Sacramento nel quartiere Tor de’ Schiavi. Maya e sua madre hanno ricevuto ieri il sacramento della Cresima da Papa Francesco.

«Maya – ha raccontato la signora Paola – è affetta da una sindrome genetica molto rara che fa parte del gruppo delle malattie mitocondriali». «Fa fatica a compiere tutte quelle azioni minime che servono alla sopravvivenza», ha aggiunto, spiegando che «siamo stati ricoverati al Bambino Gesù e da lì hanno iniziato una serie d’indagini. E nell’arco di pochi giorni sono riusciti a dare un nome a questa malattia. Cercando su internet abbiamo approfondito di quale malattia si trattasse e abbiamo visto che Maya non avrebbe avuto alcun tipo di possibilità di farcela. Ma quando sembrava che fosse arrivata la fine improvvisamente Maya tirò fuori un attaccamento alla vita incredibile».

La signora Paola per un periodo si era allontana dalla Chiesa ma non dalla fede e all’arrivo di don Maurizio Mirilli come parroco della parrocchia Santissimo Sacramento «mi sono riavvicinata alla Chiesa. Per cui quando ho saputo dell’arrivo del Papa ho chiesto di poter ricevere la Cresima per me e Maya». «Ho incontrato il Papa qualche anno fa, – ha raccontato la signora Paola – ha sempre dimostrato una grande sensibilità nei confronti di questi bambini che considera preziosissimi. Da lui mi sono sentita accolta e amata in quei pochi minuti di colloquio. Questa attenzione l’ha dimostrata anche nei casi di Charlie e Alfie mettendo a disposizione tutto quello che poteva. Credo che abbia fatto più di chiunque altro. E con il cuore e lo spirito è stato vicino a questa famiglia in un modo incredibile. Ha fatto veramente l’impossibile».