Vita Chiesa

Papa ai giornalisti: «Edificato dai patriarchi ortodossi. Sono uomini di Dio»

Jean Venier uomo di grande testimonianza. «Io sapevo della malattia di Jean Vanier. Suor Genevieve mi teneva informato. Una settimana fa l’ho chiamato al telefono, mi ha ascoltato, ma lui poteva appena parlare». Lo ha detto Papa Francesco, prima di dare la parola ai giornalisti per le loro domande, sull’aereo che da Skopje lo stava riportando a Roma. «Voglio esprimere la mia gratitudine per questa testimonianza, un uomo che ha saputo leggere la forza cristiana dal mistero della morte, della croce, della malattia. Dal mistero di coloro che nel mondo sono scartati. Ha lavorato non solo per gli ultimi ma anche per coloro che prima di nascere rischiano di essere condannati a morte. Ha speso la sua vita così. Grazie a lui e grazie a Dio – ha concluso il Papa – per averci dato un uomo di una così grande testimonianza».

«Una cosa che ho visto in ambedue le nazioni: ci sono buoni rapporti tra i differenti credo. In Bulgaria lo abbiamo visto con la preghiera per la pace. Questo è normale per i bulgari: ognuno ha il diritto di esprimere la propria religione e ha il diritto di essere rispettato: questo mi ha colpito». Riferendosi al colloquio con il patriarca Neofit, il pontefice ha affermato che «mi ha edificato tanto, è un uomo di Dio!». «In Macedonia – ha aggiunto – mi ha colpito una frase del presidente: ‘Qui non c’è tolleranza di religione, c’è rispetto’. Si rispetta. E questo oggi, in un mondo in cui manca il rispetto per i diritti umani, per i bambini, per gli anziani, che la mistica di un Paese sia il rispetto, mi ha fatto bene». Rispondendo a una giornalista che chiedeva dove trovi la forza per i viaggi, Francesco ha ironizzato: «Prima di tutto vorrei dirti che non vado dalla strega». «Non so, davvero – ha aggiunto -. È un dono del Signore. Quando io sono in un Paese mi dimentico di tutto, ma non perché io voglia. Mi viene da dimenticarmi e soltanto sono lì. E poi questo mi dà perseveranza». Il Papa ha poi raccontato che «io nei viaggi non mi stanco. Poi mi stanco, dopo». «Credo che il Signore mi dia forza. Io chiedo al Signore di essere fedele, di servirlo, che questi viaggi non siano fare turismo. E poi…non faccio tanto lavoro!».

Si studia ancora sulla canonizzazione di Stepinac. «Ho incontrato tra i patriarchi uomini di Dio (…) Elia II, io lo porto nel cuore, ho una preferenza per il patriarca della Georgia, è un uomo di Dio che mi fa tanto bene. Bartolomeo è un uomo di Dio, Kirill è un uomo di Dio. Tutti sono uomini di Dio», ha detto ancora Papa Francesco, rispondendo alle domande dei giornalisti. Ricordando il colloquio col presidente della Macedonia, il pontefice ha riferito che «mi parlava che lo scisma d’Oriente è incominciato qui». «Adesso viene il Papa per ricucire lo scisma? Non so. Siamo fratelli, non possiamo adorare la santa Trinità senza le mani unite dei fratelli». Poi, rispondendo a una domanda sulla canonizzazione del card. Stepinac, Francesco ha detto che «lui era un uomo virtuoso, per questo la Chiesa l’ha dichiarato beato». «Ma a un certo momento del processo ci sono stati punti non chiariti e io che devo firmare la canonizzazione, pregando, riflettendo e chiedendo consiglio, ho visto che dovevo chiedere aiuto al patriarca serbo Ireneo e lui ha dato aiuto». «Abbiamo fatto una commissione storica insieme: sia a lui che a me l’unica cosa che interessa è non sbagliare – ha affermato il Papa -, ci interessa la verità. Adesso si stanno studiando altri punti perché la verità sia chiara. Io non ho paura della verità. Soltanto ho paura del giudizio di Dio».

«Sul diaconato femminile: c’è un modo di concepirlo non con la stessa visione del diaconato maschile», ha risposto Francesco ad una domanda sulla possibilità di far accedere anche le donne al diaconato. E ha posto un esempio. «Le formule di ordinazione diaconale trovate fino adesso non sono le stesse per l’ordinazione del diacono maschile, e assomigliano piuttosto a quella che oggi sarebbe la benedizione abbaziale di una badessa. Questo è il risultato». Il Papa ha ricordato che «c’erano delle diaconesse all’inizio». «Ma la loro era un’ordinazione sacramentale o no? Loro aiutavano – ha spiegato -. Per esempio nella liturgia dei battesimi, che erano per immersione, quando si battezzava una donna le diaconesse aiutavano». «Poi – ha aggiunto Francesco – si è trovato un documento dove si vedeva che le diaconesse erano chiamate dal vescovo quando c’era una lite matrimoniale per lo scioglimento del matrimonio. Le diaconesse erano inviate a guardare i lividi del corpo della donna picchiata dal marito. Ma non c’è certezza che la loro fosse una ordinazione con la stessa forma e la stessa finalità dell’ordinazione maschile». Il Papa ha incoraggiato ad andare avanti a «studiare». «Ma fino a questo momento non va. Poi è curioso che dove c’erano le diaconesse era quasi sempre una zona geografica, soprattutto la Siria». «Tutte queste cose le ho apprese dalla commissione, si è fatto un bel lavoro e questo può servire per andare avanti e dare una risposta definitiva sul sì o sul no».