Vita Chiesa

Papa in Corea: ai laici, «La Chiesa ha bisogno di una testimonianza credibile»

Il pontefice ha sottolineato come “ogni cristiano battezzato ha un ruolo vitale in questa missione. I vostri doni di laici, uomini e donne, sono molteplici e vario è il vostro apostolato, e tutto ciò che fate è destinato alla promozione della missione della Chiesa”. “La fecondità della fede – ha detto Papa Bergoglio – si esprime in solidarietà concreta nei confronti dei nostri fratelli e sorelle, senza alcun riguardo alla loro cultura e allo stato sociale, poiché in Cristo ‘non c’è greco o giudeo’”.

Francesco, tuttavia, ha tenuto a specificare che “questa attività non si esaurisce con l’assistenza caritativa, ma deve estendersi anche ad un impegno per la crescita umana. Assistere i poveri è cosa buona e necessaria, ma non è sufficiente”. “Non solo l‘assistenza ma anche lo sviluppo della persona – ha aggiunto il Papa parlando a braccio – assistere i poveri è cosa buona e necessaria ma non è sufficiente. Vi incoraggio a moltiplicare i vostri sforzi nell‘ambito della promozione umana, cosicché ogni uomo e ogni donna possa conoscere la gioia che deriva dalla dignità di guadagnare il pane quotidiano, sostenendo così le proprie famiglie. Ecco questa dignità, in questo momento, è minacciata di essere tolta per questa cultura del denaro che lascia senza lavoro tante persone. Noi possiamo dire: padre, noi gli diamo da mangiare. Ma non è sufficiente. Lui e lei che sono senza lavoro devono sentire nel loro cuore la dignità di portare il pane a casa, di guadagnarsi il pane. Affido questo lavoro a voi” ha detto rivolgendosi ai laici in sala. 

Dal Papa è venuto anche il riconoscimento del “prezioso contributo offerto dalle donne cattoliche coreane alla vita e alla missione della Chiesa in questo Paese, come madri di famiglia, catechiste e insegnanti e in altri svariati modi” e dalle famiglie cristiane. “In un’epoca di crisi della vita familiare, le nostre comunità cristiane sono chiamate a sostenere le coppie sposate e le famiglie nell’adempiere la loro missione nella vita della Chiesa e della società. La famiglia rimane l’unità basilare della società e la prima scuola nella quale i bambini imparano i valori umani, spirituali e morali che li rendono capaci di essere dei fari di bontà, di integrità e di giustizia nelle nostre comunità”. Non sono mancate, infine, alcune raccomandazioni: “cari amici, vi chiedo di continuare a promuovere nelle vostre comunità una formazione più completa dei fedeli laici, mediante una catechesi permanente e la direzione spirituale. In tutto ciò che fate, vi chiedo di agire in completa armonia di mente e di cuore con i vostri pastori, cercando di porre le vostre intuizioni, i talenti e i carismi al servizio della crescita della Chiesa. Il vostro contributo è essenziale, poiché il futuro della Chiesa in Corea, come in tutta l’Asia, dipenderà in larga parte dallo sviluppo di una visione ecclesiologica fondata su una spiritualità di comunione, di partecipazione e di condivisione dei doni”.

I laici al Papa: “Fratelli Corea del Nord, frontiera dove andare”. “I fratelli che vivono nella Corea del nord” come “una delle periferie verso cui andare”: è l’impegno di Paul Kwon Kil-joong, presidente del Consiglio delle associazioni di apostolato dei laici cattolici della Corea del Sud che oggi ha salutato Papa Francesco nell’incontro con oltre 150 leader dell‘Apostolato laico presso il Centro di Spiritualità a Kkottongnae. “Fratelli che – ha detto Kil-joong – vivono al di là della linea di confine dove subiscono persecuzioni ed aspettano una mano da noi. Ma anche i popoli dell’Asia che vivono senza conoscere Dio sono una delle periferie per noi”.

“Abbiamo visto quanto lei sia libero nel cercare la volontà di Dio, e come questa libertà stia spalancando le porte della Chiesa, spingendola con amore a cercare tutte le persone nelle periferie – ha ricordato il presidente – anche noi vogliamo vivere come Lei, Santo Padre. Vogliamo uscire per cercare le novantanove pecore perdute, spezzando le strette catene del nostro egoismo. Vogliamo andare verso le periferie a cercare i fratelli più piccoli, cioè i poveri, i malati, le persone che subiscono ingiustizie senza poter ricevere aiuto da nessuno. Le periferie sono per noi anche i fratelli che si sono allontanati dalla Chiesa ed i giovani, che hanno perso speranza ed orientamento. Ci incoraggi ad andare verso le periferie in unità con i nostri vescovi”.