Vita Chiesa

Papa in Kenya a clero: «quelli che Gesù chiama devono entrare per la porta, non dalla finestra»

Prendendo spunto dalla frase di San Paolo nella lettera ai Filippesi, oggetto delle letture di poco prima – «Dio ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù» -, Francesco ha fatto una meditazione sul significato della sequela di Cristo. «Il Signore ci ha scelto tutti», ha esordito: «Ha iniziato la sua opera nel giorno in cui ci ha guardato, nel battesimo, e dopo oltre, quando ci ha detto: ‘Se hai voglia vieni con me’, e lì ci siamo messi in fila e abbiamo iniziato il cammino. Ma il cammino l’ha iniziato lui, non siamo stati noi». «Nel Vangelo abbiamo letto di una persona guarita che voleva seguire Gesù, e Gesù gli ha detto no», ha sottolineato il Papa: «Per la sequela di Gesù Cristo, sia nel sacerdozio che nella vita consacrata, si entra dalla porta, e la porta è Cristo, è lui che chiama». «Ci sono alcuni che vogliono entrare dalla finestra», ha scherzato Francesco, «e questo non va bene: se vedete qualcuno che vuole entrare dalla finestra, abbracciatelo e spiegategli che è meglio che vada via e che segua Dio da un’altra parte, perché non avrà termine un’opera che non avrà avviato lui stesso attraverso una porta». «Questo ci deve portare alla consapevolezza di persone scelte», il commento del Papa: «Io sono stato guardato, scelto».

Non si segue Gesù, «né per la propria ambizione, né per la ricchezza, né per essere persone importanti nel mondo», ha precisato il Papa, che incontrando il clero a Nairobi, nel suo discorso a braccio pronunciato in spagnolo, ha denunciato che «ci sono alcuni che non sanno perché Dio li ha chiamati, ma sentono che Dio li ha chiamati», e «ci sono altri che vogliono seguire il Signore per interesse». «Ricordate la madre di Giacomo e Giovanni?», ha chiesto Francesco ai presenti: «Signore, ti volevo chiedere: quando dividi la torta, puoi dare la fetta più grande ai miei figli? È «la tentazione di seguire Gesù per ambizione, del denaro, del potere», ha spiegato il Papa. «Gesù lo si segue fino all’ultimo passo della sua vita terrena, ovvero la Croce: poi lui penserà a resuscitarti, ma fino a quel punto devi arrivarci tu».

«La Chiesa non è una azienda, non è una Ong», ha poi ribadito il Papa. «La Chiesa è un mistero, il mistero dello sguardo di Gesù su ognuno, che dice: ‘Vieni!’». «Quelli che Gesù chiama devono entrare per la porta non dalla finestra, e poi bisogna seguire il cammino di Gesù».

«Gesù quando ci sceglie non ci canonizza: continuiamo a essere gli stessi peccatori», ha quindi ricordato, soffermandosi sul significato della sequela di Cristo. «Per favore – l’appello di Francesco ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e ai seminaristi kenioti – se c’è qui qualcuno, sacerdote, religioso o religiosa che non si sente peccatore, che alzi la mano!». «Siamo tutti peccatori, io per primo e poi voi – ha assicurato Francesco – però quello che ci porta avanti è la tenerezza e l’amore di Gesù». «Colui che ha iniziato una buona opera, la porterà a compimento»; ha ripetuto il Papa citando ancora una volta la lettera ai Filippesi.

«Nessuno di noi ha tutti i perché, tutte le risposte ai perché», ha detto il Papa, che nel discorso rivolto al clero keniota, tutto a braccio e in spagnolo, ha ricordato che «c’è un autore russo che si chiede perché i bambini soffrono». Poi la testimonianza personale: «Ogni volta che saluto un bambino che ha un cancro, un tumore o una malattia rara, e mi chiedono perché questo bambino soffre, non ho una risposta a questo. Solamente guardo Gesù sulla Croce: ci sono situazioni della vita che ci portano solo a guardare Gesù sulla Croce, e questa è la risposta a certe ingiustizie, a certe situazioni della vita».

«Ricordatevi di Gesù Cristo Crocifisso»: è la consegna del Papa al clero, ai religiosi, alle religiose, ai seminaristi, incontrati oggi nel campo sportivo della St. Mary’s School di Nairobi. «Quando un sacerdote si dimentica di Gesù Cristo Crocifisso, poveretto, è caduto in un percorso molto brutto, che dà orrore a Dio, che fa vomitare Dio. È il peccato della tiepidezza». «State attenti a non cadere nel peccato delle tiepidezza», il monito di Francesco nel suo discorso a braccio pronunciato in spagnolo.