Vita Chiesa

Papa in Paraguay: omaggio a donne e «semplici paraguaiani» che non stanno nei libri di storia

«Il Paraguay – ha esordito incontrando le autorità e il corpo diplomatico, nel giardino del Palazzo de Lòpez, ad Asunción – è conosciuto come il cuore dell’America, e non solo per la sua posizione geografica, ma anche per il calore dell’ospitalità e la vicinanza delle sue genti».

Tenacia ammirevole. «Fin dai suoi primi passi come nazione indipendente e fino a poco tempo fa – ha proseguito – la storia del Paraguay ha conosciuto la sofferenza terribile della guerra, dello scontro fratricida, della mancanza di libertà e della violazione dei diritti umani». «Quanto dolore e quanta morte!», ha esclamato Francesco: «Ma sono ammirevoli la tenacia e lo spirito di reazione del popolo paraguayano per superare le tante avversità e continuare gli sforzi per costruire una nazione prospera e pacifica».

Poi l’omaggio alle donne, come aveva fatto in Bolivia, e alla moltitudine di paraguaiani anonimi, che non trovano posto nei libi di storia ma il cui contributo è stato decisivo per la storia del Paese: «Qui – nel giardino di questo palazzo che è stato testimone della storia paraguaiana: da quando era solo la riva del fiume e lo usavano i guaranì, fino agli ultimi avvenimenti contemporanei – voglio rendere omaggio a quelle migliaia di semplici paraguaiani, i cui nomi non compariranno nei libri di storia, ma che sono stati e rimangono veri protagonisti della vita del loro popolo. E voglio riconoscere con emozione e ammirazione il ruolo svolto dalla donna paraguaiana in quei momenti drammatici della storia. Sulle loro spalle di madri, mogli e vedove hanno portato il peso più grande, sono state in grado di portare avanti le loro famiglie e il loro Paese, infondendo nelle nuove generazioni la speranza di un domani migliore».

«Un popolo che dimentica il suo passato, la sua storia, le sue radici, non ha futuro». È l’ammonimento del Papa, che ha assicurato che «la memoria, poggiata saldamente sulla giustizia, libera da sentimenti di vendetta e di odio, trasforma il passato in fonte di ispirazione per costruire un futuro di convivenza e di armonia, rendendoci consapevoli della tragedia e dell’assurdità della guerra».

«Mai più guerra tra fratelli! Costruiamo sempre la pace!», l’invito di Francesco: «Anche una pace del giorno per giorno, una pace della vita quotidiana, a cui tutti partecipiamo evitando gesti arroganti, parole offensive, atteggiamenti prepotenti, e promuovendo invece la comprensione, il dialogo e la collaborazione». «Già da alcuni anni, il Paraguay è impegnato nella costruzione di un progetto democratico solido e stabile», ha riconosciuto il Papa, incoraggiando la popolazione «a continuare a lavorare con tutte le forze per consolidare le strutture e le istituzioni democratiche che rispondono alle giuste aspirazioni dei cittadini». Una «democrazia rappresentativa, partecipativa e pluralista», ha proseguito citando la Costituzione paraguaiana, «basata sulla promozione e il rispetto dei diritti umani, ci tiene lontano dalla tentazione della democrazia formale», fondata «sulla correttezza dei processi elettorali».

Potenziare il dialogo. «In tutti gli ambiti della società, ma soprattutto nell’attività pubblica, si deve potenziare il dialogo come mezzo privilegiato per favorire il bene comune, sulla base della cultura dell’incontro, del rispetto e del riconoscimento delle legittime differenze e delle opinioni degli altri». È l’invito del Papa alle autorità paraguaiane. «Non dobbiamo rimanere nella conflittualità», ha esortato: «è un esercizio interessante decantare nell’amore alla patria e al popolo ogni prospettiva che nasce dalle convinzioni di una scelta partigiana o ideologica». «Questo stesso amore – la proposta – dev’essere l’impulso a crescere ogni giorno di più in gestioni trasparenti che lottino vigorosamente contro la corruzione».