Vita Chiesa

Papa in Perù, celebrazione mariana: Maria sarà sempre una Madre meticcia»

«Questa piazza si trasforma in un santuario a cielo aperto in cui tutti vogliamo lasciarci guardare dalla Madre, dal suo materno e tenero sguardo». Sono le prime parole pronunciate dal Papa nella celebrazione mariana della «Virgen de la Puerta» a Trujillo, in cui insieme alle statue dei vari santi sono presenti in Plaza de Armas tutte le immagini della devozione mariana in Perù, citate da Francesco con i loro nomi e titoli. La Madre, ha detto Francesco, «conosce il cuore dei peruviani del nord e di tante altre parti; ha visto le loro lacrime, le loro risa, le loro aspirazioni»: «In questa piazza si vuole custodire la memoria di un popolo che sa che Maria è Madre e non abbandona i suoi figli».

«Ogni comunità, ogni angolino di questa terra viene accompagnato dal volto di un santo, dall’amore per Gesù e per sua Madre», ha sottolineato il Papa: «E contemplare che dove c’è una comunità, dove ci sono vita e cuori palpitanti e ansiosi di trovare motivi di speranza, motivi per il canto, per la danza, per una vita degna… lì c’è il Signore, lì troviamo sua Madre e anche l’esempio di tanti santi che ci aiutano a rimanere lieti nella speranza». «Con voi rendo grazie per la delicatezza del nostro Dio», l’omaggio di Francesco: «Egli cerca di avvicinarsi ad ognuno nella modalità in cui può accoglierlo, e così nascono i più diversi titoli».

«La lingua dell’amore di Dio si pronuncia sempre ‘in dialetto’, non conosce altro modo per farlo», ha ribadito il Papa. «Maria sarà sempre una Madre meticcia, perché nel suo cuore trovano posto tutte le razze, perché l’amore cerca tutti i mezzi per amare ed essere amato», ha affermato Francesco, secondo il quale «tutte queste immagini ci ricordano la tenerezza con cui Dio vuole essere vicino ad ogni villaggio, ad ogni famiglia, a te, a me, a tutti». «Conosco l’amore che avete per l’Immacolata Vergine della Porta di Otuzco che oggi, insieme a voi, desidero proclamare Vergine della Porta, Madre della Misericordia e della Speranza», ha annunciato Francesco: «Vergine cara che, nei secoli passati, dimostrò il suo amore per i figli di questa terra quando, collocata sopra una porta, li difese dalle minacce che li affliggevano, suscitando l’amore di tutti i peruviani fino ai nostri giorni. Ella continua a difenderci e a indicarci la Porta che ci apre la via verso la vita autentica, la Vita che non marcisce. Ella è colei che sa accompagnare ad uno ad uno i suoi figli perché tornino a casa. Ci accompagna e ci conduce fino alla Porta che dà Vita perché Gesù vuole che nessuno rimanga fuori, alle intemperie».

«Nel 2015 abbiamo avuto la gioia di celebrare il Giubileo della Misericordia», ha ricordato il Papa, ripetendo insieme ai peruviani «lo stesso desiderio che avevo allora: ‘Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio!’». «Come desidero che questa terra che ospita la Madre della Misericordia e della Speranza possa diffondere e trasmettere dappertutto la bontà e la tenerezza di Dio», la traduzione in salsa peruviana. «Non c’è medicina migliore per curare tante ferite che un cuore capace di misericordia, un cuore capace di avere compassione davanti al dolore e alla disgrazia, davanti all’errore e alla voglia di rialzarsi di tanti che spesso non sanno come poterlo fare», ha assicurato Francesco, che ha esortato a chinarsi «specialmente davanti a quanti più soffrono», come Maria alle nozze di Cana.

«Che cosa sarebbe il Perù senza le madri e le nonne? Che cosa sarebbe la nostra vita senza di loro?». La parte finale dell’omelia della celebrazione mariana, con cui si è conclusa la seconda giornata del Papa in Perù, è tutta un omaggio «a tutte le madri e le nonne di questa nazione», che «sono vera forza motrice della vita e delle famiglie del Perù». «L’amore per Maria ci deve aiutare a generare atteggiamenti di riconoscimento e gratitudine nei riguardi della donna, nei riguardi delle nostre madri e nonne che sono un baluardo nella vita delle nostre città», l’invito di Francesco. «Quasi sempre silenziose portano avanti la vita. È il silenzio e la forza della speranza. Grazie per la vostra testimonianza!», ha esclamato il Papa, esortando a «riconoscere e ringraziare».

«Guardando alle madri e alle nonne voglio invitarvi a lottare contro una piaga che colpisce il nostro continente: i numerosi casi di femminicidio», l’appello di Francesco, che ha denunciato: «Sono molte le situazioni di violenza che sono tenute sotto silenzio al di là di tante pareti». «Vi invito a lottare contro questa fonte di sofferenza chiedendo che si promuova una legislazione e una cultura di ripudio di ogni forma di violenza», la consegna del Papa: «La Vergine della Porta, Madre della Misericordia e delle Speranza, ci mostra la via e ci indica la migliore difesa contro il male dell’indifferenza e dell’insensibilità». Promuovere e irradiare «una cultura della misericordia, basata sulla riscoperta dell’incontro con gli altri: una cultura in cui nessuno guarda all’altro con indifferenza né gira lo sguardo quando vede la sofferenza dei fratelli», l’invito finale. Alle ore 18.15 locali (00.15 ora di Roma), l’aereo del Papa decollerà alla volta di Lima, per far rientro alla nunziatura apostolica.