Vita Chiesa

Papa in Slovacchia: messa a Sastin, “quando la Chiesa si ferma si ammala”

“La fede di Maria è una fede che si mette in cammino”. Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della messa al santuario di Sastin, dove è venerata la Madonna dei Sette Dolori, patrona della Slovacchia e di cui oggi si celebra la festa nazionale. “Alla comodità delle abitudini preferisce le incognite del viaggio, alla stabilità della casa la fatica della strada, alla sicurezza di una religiosità tranquilla il rischio di una fede che si mette in gioco, facendosi dono d’amore per l’altro”, ha spiegato Francesco: “Anche il Vangelo di oggi ci fa vedere Maria in cammino: verso Gerusalemme dove, insieme a Giuseppe suo sposo, presenta Gesù nel Tempio. E tutta la sua vita sarà un cammino dietro al suo Figlio, come prima discepola, fino al Calvario, ai piedi della Croce. Sempre Maria cammina”. “Così, la Vergine è modello della fede di questo popolo slovacco”, il commento del Papa: “Una fede che si mette in cammino, sempre animata da una devozione semplice e sincera, sempre in pellegrinaggio alla ricerca del Signore. E, camminando, voi vincete la tentazione di una fede statica, che si accontenta di qualche rito o vecchia tradizione, e invece uscite da voi stessi, portate nello zaino le gioie e i dolori, e fate della vita un pellegrinaggio d’amore verso Dio e i fratelli. Grazie per questa testimonianza! E per favore, restate in cammino!”.

“Non si può ridurre la fede a zucchero che addolcisce la vita”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della messa nel santuario di Sastin, in Slovacchia, si è soffermato sulla missione “profetica” di Maria, rivelatrice del messaggio di suo Figlio. “Davanti a Gesù non si può restare tiepidi, con il piede in due scarpe”, il monito di Francesco: “Accoglierlo significa accettare che Egli sveli le mie contraddizioni, i miei idoli, le suggestioni del male; e che diventi per me risurrezione, Colui che sempre mi rialza, che mi prende per mano e mi fa ricominciare”. “Di questi profeti ha bisogno oggi anche la Slovacchia”, la tesi del Papa: “Non si tratta di essere ostili al mondo, ma di essere segni di contraddizione nel mondo. Cristiani che sanno mostrare, con la vita, la bellezza del Vangelo. Che sono tessitori di dialogo laddove le posizioni si irrigidiscono; che fanno risplendere la vita fraterna, laddove spesso nella società ci si divide e si è ostili; che diffondono il buon profumo dell’accoglienza e della solidarietà, laddove prevalgono spesso gli egoismi personali e collettivi; che proteggono e custodiscono la vita dove regnano logiche di morte”.