Vita Chiesa

Papa in Terra Santa: primo pensiero a profughi Siria

L’aereo papale, un A321 dell’Alitalia, è atterrato all‘aeroporto internazionale della capitale giordana poco prima delle 12, ora italiana. Accolto dal principe Ghazi, in rappresentanza del Re Abdallah II, dal patriarca latino di Gerusalemme Twal, il custode di Terra Santa padre Pizzaballa, il nunzio Giorgio Lingua e da altre autorità civili e religiose. Alcuni bambini hanno regalato al Papa un’orchidea nera, simbolo della Giordania. Durante il volo per Amman, riferisce Radio Vaticana, il Papa ha salutato i giornalisti ringraziandoli per la loro presenza e il loro servizio: scendo come Daniele nella fossa dei leoni – ha detto scherzando, ripetendo quanto affermato nel volo per Rio de Janeiro, l’anno scorso – ma so che i leoni non mordono. Sarà un viaggio molto impegnativo, anche per voi – ha proseguito – e prego per voi. Quindi ha detto che nel volo di ritorno – come successo per la Gmg – avrà il colloquio più approfondito con i giornalisti.

Subito dopo il suo arrivo all’aeroporto internazionale Queen Alia di Ammam il Papa si è recato in macchina al Palazzo reale Al-Husseini di Amman, scortato dalla sicurezza giordana, percorrendo strade semideserte. Qui, è stato accolto con tutti gli onori dal re Abdullah II di Giordania, dalla regina Rania e dai loro quattro figli. Una visita familiare e di cortesia con uno scambio finale di doni. Nel suo saluto alle autorità del Regno, il Papa ha detto: “Questo Paese presta generosa accoglienza a una grande quantità di rifugiati palestinesi, iracheni e provenienti da altre aree di crisi, in particolare dalla vicina Siria, sconvolta da un conflitto che dura da troppo tempo. Tale accoglienza merita la stima e il sostegno della comunità internazionale”. Ricordando quanto la Caritas Giordania e la Chiesa cattolica fanno per l’assistenza ai rifugiati, il Papa ha subito lanciato il suo primo appello alla pace: “Incoraggio a continuare a impegnarsi nella ricerca dell’auspicata durevole pace per tutta la Regione”. E volgendo lo sguardo verso la Siria, ha detto: “Si rende quanto mai necessaria e urgente – ha detto – una soluzione pacifica alla crisi siriana, nonché una giusta soluzione al conflitto israeliano-palestinese”.

Nel suo primo discorso pronunciatoa ad Amman, Francesco ha chiesto il rispetto della libertà religiosa per i cristiani che vivono in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero. Nel rivolgere “un saluto carico di affetto alle comunità cristiane”, il Papa ha detto: “Presenti nel Paese fin dall’età apostolica”, i cristiani “offrono il loro contributo per il bene comune della società nella quale sono pienamente inserite. Pur essendo oggi numericamente minoritarie, esse hanno modo di svolgere una qualificata e apprezzata azione in campo educativo e sanitario, mediante scuole ed ospedali, e possono professare con tranquillità la loro fede, nel rispetto della libertà religiosa, che è un fondamentale diritto umano e che auspico vivamente venga tenuto in grande considerazione in ogni parte del Medio Oriente e del mondo intero”. “I cristiani – ha incalzato Papa Francesco – si sentono e sono cittadini a pieno titolo e intendono contribuire alla costruzione della società insieme ai loro concittadini musulmani, offrendo il proprio specifico apporto”.