Vita Chiesa

Papa in Turchia: a Bartolomeo, «Chiesa cattolica non intende imporre alcuna esigenza»

«Voglio assicurare a ciascuno di voi – ha detto Francesco – che, per giungere alla meta sospirata della piena unità, la Chiesa cattolica non intende imporre alcuna esigenza, se non quella della professione della fede comune, e che siamo pronti a cercare insieme, alla luce dell’insegnamento della Scrittura e dell’esperienza del primo millennio, le modalità con le quali garantire la necessaria unità della Chiesa nelle attuali circostanze: l’unica cosa che la Chiesa cattolica desidera e che io ricerco come vescovo di Roma, «la Chiesa che presiede nella carità», è la comunione con le Chiese ortodosse. «Tale comunione sarà sempre frutto dell’amore ‘che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato’ (Rm 5,5), amore fraterno che dà espressione al legame spirituale e trascendente che ci unisce in quanto discepoli del Signore». 

I poveri, le vittime dei conflitti e i giovani «levano con forza» le loro voci che «non possiamo non sentire e che domandano alle nostre Chiese di vivere fino in fondo l’essere discepoli del Signore Gesù Cristo». È un altro passaggio del discorso di Papa Francesco pronunciato nella festa di sant’Andrea al Fanar. «Nel mondo – ha detto -, ci sono troppe donne e troppi uomini che soffrono per grave malnutrizione», e «per l’aumento dell’esclusione sociale». «Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle voci di questi fratelli e sorelle». «Una seconda voce che grida forte – ha detto il Papa – è quella delle vittime dei conflitti in tante parti del mondo». Facendo riferimento all’attentato venerdì scorso alla moschea di Kano, città nel Nord della Nigeria che ha provocato la morte di almeno 81 persone, Francesco ha detto: «Turbare la pace di un popolo, commettere o consentire ogni genere di violenza, specialmente su persone deboli e indifese, è un peccato gravissimo contro Dio, perché significa non rispettare l’immagine di Dio che è nell’uomo». E infine i giovani: «Sono proprio i giovani che oggi ci sollecitano a fare passi in avanti verso la piena comunione. E ciò non perché essi ignorino il significato delle differenze che ancora ci separano, ma perché sanno vedere oltre, sono capaci di cogliere l’essenziale che già ci unisce».