Vita Chiesa

Papa negli Usa: Messa a Philadelphia, donne e laici chiamati alla missione

Di questa storia, ha osservato, sono testimonianza i «molti santuari che punteggiano questa città» e le «numerose chiese parrocchiali» che «parlano della presenza di Dio in mezzo alle nostre comunità», ma anche lo «sforzo di tutti quei sacerdoti, religiosi e laici che, con dedizione, per più di due secoli, si sono occupati delle necessità spirituali dei poveri, degli immigrati, dei malati e dei carcerati».

Una storia che «si vede nelle centinaia di scuole in cui fratelli e sorelle religiosi hanno insegnato ai bambini a leggere e scrivere, ad amare Dio e il prossimo, e a contribuire come buoni cittadini alla vita della società statunitense. Tutto questo è una grande eredità che voi avete ricevuto, e che siete chiamati ad arricchire e trasmettere».

«La maggior parte di voi conosce la storia di santa Caterina Drexel, una delle grandi sante che questa Chiesa locale ha dato», ha proseguito il Papa nell’omelia. Francesco ha richiamato l’interrogativo di Papa Leone XIII alla giovane donna che gli stava parlando della necessità delle missioni: «E tu? Che cosa farai?». Parole che «cambiarono la vita di Caterina, perché le ricordarono che in fondo ogni cristiano, uomo o donna, in virtù del Battesimo, ha ricevuto una missione. Ognuno di noi deve rispondere come meglio può alla chiamata del Signore per edificare il suo Corpo, la Chiesa». Di qui una duplice sottolineatura. Quelle parole hanno cambiato la vita della giovane Caterina: «Le hanno fatto pensare all’immenso lavoro che c’era da fare, e la portarono a rendersi conto che era chiamata a fare qualcosa in tal senso».

«Quanti giovani nelle nostre parrocchie e scuole – ha chiesto Francesco – hanno i medesimi alti ideali, generosità di spirito, e amore per Cristo e la Chiesa! Li mettiamo alla prova? Diamo loro spazio e li aiutiamo a realizzare il loro compito? Troviamo il modo di condividere il loro entusiasmo e i loro doni con le nostre comunità, soprattutto nella pratica delle opere di misericordia e nell’attenzione agli altri? Condividiamo la nostra gioia e il nostro entusiasmo nel servizio al Signore?«

«Il futuro della Chiesa, in una società che cambia rapidamente, esige già fin d’ora una partecipazione dei laici molto più attiva», ha detto Papa Francesco, nell’omelia della Messa celebrata oggi a Philadelphia, agli oltre duemila tra vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose presenti in cattedrale. «La Chiesa degli Stati Uniti – ha osservato – ha posto sempre un grande impegno nella catechesi e nell’educazione. La nostra sfida oggi è costruire su quelle basi solide e far crescere un senso di collaborazione e di responsabilità condivisa nella programmazione del futuro delle nostre parrocchie e istituzioni». Questo «non significa rinunciare all’autorità spirituale che ci è stata conferita; piuttosto, significa discernere e valorizzare sapientemente i molteplici doni che lo Spirito effonde sulla Chiesa». In modo particolare, ha concluso Francesco, «significa stimare l’immenso contributo che le donne, laiche e religiose, hanno dato e continuano a dare alla vita delle nostre comunità».

«Vi incoraggio a rinnovare la gioia» del «primo incontro con Gesù e a trarre da quella gioia fedeltà e forza rinnovate», ha detto Papa Francesco concludendo l’omelia della Messa con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose della Pennsylvania nella cattedrale di Philadelphia. Nella città della Liberty Bell è in corso fino a domani l’VIII Meeting mondiale delle famiglie: questa sera il Pontefice parteciperà alla festa delle famiglie e alla veglia di preghiera al Benjamin Franklin Parkway, e domani alla Messa conclusiva dell’incontro. «Durante questi giorni», ha proseguito, «vi chiederei in modo speciale di riflettere sul nostro servizio alle famiglie, alle coppie che si preparano al matrimonio, e ai nostri giovani. So che nelle vostre Chiese particolari si sta facendo tanto per rispondere alle necessità delle famiglie e sostenerle nel loro cammino di fede». Dal Papa la richiesta di pregare «ferventemente per esse, come pure per le decisioni del prossimo Sinodo sulla famiglia».