Vita Chiesa

Papa negli Usa: canonizzazione p. Serra, «Andate agli incroci delle strade»

Non anestetizziamo il nostro cuore. «La dinamica a cui molte volte siamo soggetti sembra portarci ad una rassegnazione triste che a poco a poco si va trasformando in abitudine, con una conseguenza letale: anestetizzarci il cuore», l’analisi di Francesco: se «non vogliamo che la rassegnazione sia il motore della nostra vita», o che «l’abitudine si impossessi delle nostre giornate», dobbiamo domandarci «come fare perché non si anestetizzi il nostro cuore, come approfondire la gioia del Vangelo nelle diverse situazioni della nostra vita». «La gioia del Vangelo si sperimenta, si conosce e si vive solo donandola, donandosi», è l’insegnamento di Gesù, che va in direzione opposta allo «spirito del mondo», che «ci invita al conformismo, alla comodità». «Gesù vi manda a tutte le nazioni, a tutte le genti, e in questo ‘tutti’ di duemila anni fa eravamo compresi anche noi», ha detto il Papa ai vescovi Usa: «Non dà una lista selettiva di chi sì e chi no».

Abbracciare la vita. Gesù «ha abbracciato sempre la vita come questa gli si presentava»: «Con volto di dolore, fame, malattia, peccato. Con volto di ferite, di sete, di stanchezza. Con volto di dubbi e di pietà». È la concretezza dello stile di Gesù, che è stata al centro dell’omelia della Messa di canonizzazione di padre Serra. «Lungi dall’aspettare una vita imbellettata, decorata, truccata, l’ha abbracciata come gli veniva incontro, benché fosse una vita che molte volte si presenta rovinata, sporca, distrutta», ha spiegato Francesco: «A tutti Gesù ha detto: Andate e annunciate; a tutta questa vita così com’è e non come ci piacerebbe che fosse: Andate e abbracciate nel mio nome». «Andate agli incroci delle strade, andate», il messaggio di Gesù: «Ad annunciare senza paura, senza pregiudizi, senza superiorità, senza purismi a tutti quelli che hanno perso la gioia di vivere, andate ad annunciare l’abbraccio misericordioso del Padre. Andate da quelli che vivono con il peso del dolore, del fallimento, del sentire una vita spezzata e annunciate la follia di un Padre che cerca di ungerli con l’olio della speranza, della salvezza. Andate ad annunciare che gli sbagli, le illusioni ingannevoli, le incomprensioni, non hanno l’ultima parola nella vita di una persona. Andate con l’olio che lenisce le ferite e ristora il cuore».

«La missione non nasce mai da un progetto perfettamente elaborato o da un manuale molto ben strutturato e programmato; la missione nasce sempre da una vita che si è sentita cercata e guarita, trovata e perdonata». Ne è convinto il Papa, che ieri nell’omelia della Messa di canonizzazione di padre Serra ha assicurato che «la Chiesa, il Popolo Santo di Dio, sa percorrere le strade polverose della storia attraversate tante volte da conflitti, ingiustizie, violenza, per andare a trovare i suoi figli e fratelli». «Il Santo Popolo fedele di Dio – ha proseguito – non teme lo sbaglio; teme la chiusura, la cristallizzazione in élite, l’attaccarsi alle proprie sicurezze. Sa che la chiusura, nelle sue molteplici forme, è la causa di tante rassegnazioni». «Usciamo, andiamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo», l’esortazione di Francesco: «Il Popolo di Dio sa coinvolgersi perché è discepolo di Colui che si è messo in ginocchio davanti ai suoi per lavare loro i piedi».

«Sempre avanti». È il motto di padre Serra, trasformato in un invito a tutto il clero americano. «Questo è stato il modo che Junipero ha trovato per vivere la gioia del Vangelo, perché non si anestetizzasse il suo cuore», le parole del Papa: «È stato sempre avanti, perché il Signore aspetta; sempre avanti, perché il fratello aspetta; sempre avanti per tutto ciò che ancora gli rimaneva da vivere; è stato sempre avanti». «Oggi siamo qui perché molti hanno creduto che la vita si accresce donandola e si indebolisce nell’isolamento e nella comodità», ha detto Francesco citando il Documento di Aparecida: «Siamo figli dell’audacia missionaria di tanti che hanno preferito non rinchiudersi nelle strutture, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata». Padre Serra, per il Papa, «ha saputo vivere quello che è la Chiesa in uscita», che «sa uscire e andare per le strade, per condividere la tenerezza riconciliatrice di Dio»: «Ha avuto il coraggio di aprire vie. Ha imparato a generare e ad accompagnare la vita di Dio nei volti di coloro che incontrava rendendoli suoi fratelli». «Ha cercato di difendere la dignità della comunità nativa, proteggendola da quanti ne avevano abusato», ha concluso Francesco: «Abusi che oggi continuano a procurarci dispiacere, specialmente per il dolore che provocano nella vita di tante persone».