Vita Chiesa

Papa: stamane Messa a Santa Marta, «Cristo è morto per ogni uomo»

Era così presente, riferisce l’Osservatore Romano, un altro gruppo di addetti del Servizio giardini e nettezza urbana del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano che non avevano potuto partecipare insieme ai loro colleghi di lavoro alla messa celebrata dal Pontefice nella prima mattina di venerdì, di cui abbiamo dato notizia nell’edizione di ieri. Con loro erano anche alcuni dipendenti della serra e una quindicina delle suore Pie Discepole del Divin Maestro che prestano servizio nella centrale telefonica della Città del Vaticano.

Nell’omelia papa Francesco ha proposto una breve riflessione sulle letture liturgiche del giorno e, in particolare, sul brano del vangelo di Giovanni (11, 45-56) dove si leggono le parole del sommo sacerdote Caifa ai capi dei sacerdoti e ai farisei riuniti nel sinedrio e il commento dell’evangelista: “Gesù doveva morire per la nazione, e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi”. Gesù è morto per il suo popolo ed è morto per tutti. Ma questo, ha notato il papa, non va inteso nel senso della globalità: vuol dire che Gesù è morto per ciascun uomo singolarmente. Ogni cristiano deve dunque dire: “Cristo è morto per me”. “É questa la massima espressione dell’amore di Gesù per ogni uomo. E dalla consapevolezza di questo amore – ha sottolineato papa Francesco – dovrebbe nascere un grazie. Un grazie talmente profondo e appassionato che potrebbe anche trasformarsi in lacrime di gioia sul volto di ogni fedele”.

Con il pontefice hanno concelebrato il cardinale Raùl Eduardo Vela Chiriboga, arcivescovo emerito di Quito in Ecuador, l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, segretario del Collegio Cardinalizio e della Congregazione per i Vescovi, i monsignori Alfred Xuereb e Battista Ricca, direttore della Domus. Tra i presenti anche le suore della casa di Santa Marta e il segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, Guzmàn Carriquiry, con la consorte.