Vita Chiesa

Pienza, dal legale della diocesi un “atto di significazione e diffida” in merito alla vicenda del monastero “Maria tempio dello Spirito santo”

Formo la presente in qualità di Consulente legale della Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza, in persona dell’Ordinario p.t., e della Federazione Picena delle MonacheBenedettine, in persona della Presidente Federale p.t., alla quale è stato affidato, insieme al Consiglio della medesima Federazione, il governo del Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo in Pienza, con decreto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica della Santa Sede.

A seguito della avvenuta notificazione, in data 13 febbraio u.s., dei decreti emessi dal Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, le religiose presenti nel Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo in Pienza, in particolare Sr. Diletta Forti, hanno posto in essere una serie comportamenti totalmente disallineati con la loro scelta di vita, in aperta violazione con le norme regolatrici del Codice di Diritto Canonico e del loro Ordine cui, per loro libera scelta, hanno prestato sincera ed incondizionata obbedienza. Si sottolinea come invece gli atti e le esternazioni siano tutti a firma della solagià Superiora e non anche delle altre monache.

A causa di tali inusuali episodi – nella fattispecie una serie di affermazioni capziose dirette a veicolare false notizie – la Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza, in data 20 febbraio 2023, è stata “costretta”, suo malgrado, ad emettere un sobrio comunicato stampa nel quale si evidenziava la mancata ottemperanza alle disposizioni – è bene ribadirlo – della SantaSede.

A seguito di tale nota il Monastero, in particolare Sr. Diletta Forti, invece di ricondurre essa stessa e le altre monache ad un comportamento collaborativo – nel pieno rispetto delle prerogative della Santa Sede, della Diocesi, della Federazione e del Monastero stesso attuava ulteriori azioni contra legem alimentando un indebito dibattito sui mezzi di informazione e rilasciando un comunicato, datato 20 febbraio 2023, divulgato sui social il 22 febbraio 2023 e affisso sul cancello del monastero il giorno 23 c.m., dal contenuto totalmente inappropriato, censurabile e lesivo delle prerogative, diritti e reputazione della Santa Sede, della Diocesi e della Federazione Picena.

Alla luce di tutto quanto sopra mi corre obbligo precisare e chiarire quanto segue:

1. La Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza, come suo preciso dovere, ha dato esecuzione a disposizioni assunte dalla Santa Sede all’esito di un’approfondita VisitaApostolica. Tale Visita, disposta dalla Santa Sede ed eseguita, come prassi, da una visitatrice ed un visitatore appositamente incaricati, ha prodotto degli esiti che né la Diocesi né la Federazione conoscono ma, considerando il contenuto dei Decreti e delle conseguenti disposizioni, alcune comunitarie ed alcune personali, appare evidente come la questione sia ben più complessa e grave, rispetto quanto artatamente veicolato sui mezzi e canali di informazione, seppur egualmente censurabile.

2. La Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza ha accolto le religiose anni fa mettendo a disposizione delle stesse un complesso immobiliare prestigioso e supportandole, logisticamente ed economicamente, in tutte le necessità, dalle più futili alle più gravose. La Diocesi, seppure rammaricata dalla mancanza di riconoscenza per quanto sempre fatto nei confronti del Monastero, continuerà ad assicurare altrettanta collaborazione e sostegno con l’unico vincolo della totale ed incondizionata obbedienza alle decisioni della Santa Sede al di fuori della quale non v’è comunità e non v’è Chiesa.

3. A donne o uomini che decidano, liberamente e consapevolmente, di abbracciare la via religiosa, non è certamente consentito contestare pubblicamente ed attraverso“comunicati” pubblicati sui mezzi di informazione, sul web ed addirittura sul cancello del monastero, legittimi atti assunti dalla Sede Apostolica eseguiti in conformità del diritto. La stessa Federazione Picena delle Monache Benedettine si rammarica di questi atteggiamenti ed invita fraternamente al rispetto delle regole monastiche.

4. Infine, consta nel foro canonico e dal conseguente rilievo nel foro civile l’utilizzazione, ancora oggi, da parte di Sr. Diletta Forti, del titolo di Abbadessa, che le è stato revocato dalla Santa Sede, ed ancor più della rappresentanza legale e quindi amministrativa che, ad oggi e sino a diverse disposizioni delle competenti Autorità canoniche, le è inibito. Si diffida dal proseguire in tal senso.

Il tutto è spiacevolmente ma doverosamente ribadito nel desiderio di una ricomposizione secondo la prassi della Chiesa che vuole il bene di tutti: si cerca una via di dialogo che possa far compiere a ciascuno le scelte più giuste per salvaguardare la vocazione di ognuno e il carisma della comunità. Chiaramente nel rispetto di queste disposizioni che, allo stato attuale dei fatti sono quelle in vigore, e di quelle successive che eventualmente saranno disposte dalla competente Autorità, secondo i termini e le procedure previste dal Codice di Diritto Canonico.

Pertanto, con la presente, non sarà oltremodo consentito di veicolare ricostruzioni di parte e fuorvianti della complessa fattispecie che è stata oggetto di decisione da parte della Santa Sede; di abusare di titoli non più utilizzabili ed ancor più di esercitare poteri revocati, ciò a tutela della buona fama del Monastero stesso e delle religiose, nonché della Diocesi e della Federazione.

avvocato Alessandro Pasquazi